Tribunale della libertà: ricorso respinto
Massimo Bossetti resta in carcere

Massimo Giuseppe Bossetti resta in carcere. Il dispositivo del Tribunale del riesame è lapidario: l’istanza di scarcerazione è respinta, mentre è confermata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Su iniziativa dei suoi legali il carpentiere di Mapello, accusato di essere l’assassino di Yara, dopo quasi quattro mesi di isolamento il 14 ottobre aveva lasciato il carcere di via Gleno: era stato scortato in manette dalla polizia penitenziaria fino all’aula del Tribunale della libertà di Brescia, cinto d’assedio da giornali e tv di tutta Italia

Tutto è stato inutile: il Tribunale del riesame non ha accolto la richiesta della difesa. A Brescia si era discusso il ricorso in appello contro il rigetto da parte del gip del Tribunale di Bergamo, Ezia Maccora, dell’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa del muratore.

L’udienza si era svolta a porte chiuse ed era durata un’ora e trentacinque minuti. Da un lato c’era il pm Letizia Ruggeri, accompagnata dal procuratore Francesco Dettori, dall’altra i difensori, Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni. Si sono dati battaglia: Massimo Bossetti aveva insistito molto per essere presente, e avrebbe voluto anche alzarsi in piedi e rendere spontanee dichiarazioni, ma quando il presidente del collegio, Michele Mocciola, glielo ha chiesto, le parole sono rimaste soffocate in gola.

«Non è intervenuto – avevano confermato i suoi legali – come avrebbe voluto fare, probabilmente perché soverchiato dal peso dell’emozione e della tensione. Ad ogni modo è stato molto attento per tutto il corso dell’udienza, seguendo prima l’intervento del pm, poi il nostro».

I giudici di Brescia avevano tempo fino a martedì per sciogliere la riserva sulla richiesta di scarcerazione (o in subordine la concessione dei domiciliari con braccialetto elettronico): la decione invece è arrivata già nella tarda mattinata di lunedì.

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