Ucciso a Sesto il terrorista di Berlino
«Era pericoloso, poteva colpire ancora»

«Era pericolosissimo, poteva colpire ancora». Anis Amri il terrorista della strage di Berlino ucciso la scorsa notte in un conflitto a fuoco con la polizia a Sesto San Giovanni, avrebbe potuto compiere altri attentati.

L’ha detto il questore di Milano Antonio De Iesu. Amri è stato ucciso da un agente di Polizia intorno alle 3 del mattino di venerdì 23 dicembre dopo un normale controllo a un posto di blocco. Dopo la sua morte Amaq, l’agenzia di stampa dello Stato Islamico, ha diffuso un video che mostra l’attentatore giurare fedeltà ad Abu Bakr al Baghdadi. Non si tratta quindi di un «lupo solitario», ma di un affiliato allo Stato islamico «L’attentatore di Berlino ha attaccato la polizia italiana ed è stato ucciso». Nello zaino di Anis Amri, il killer di Berlino, arrivato in Italia dalla Francia, è stato trovato il biglietto ferroviario usato per arrivare a Milano da Chambery in Savoia, da dove ha raggiunto Torino. Dal capoluogo piemontese ha preso poi un treno per Milano dove è arrivato attorno al’una di notte. Infine dalla Stazione Centrale si è spostato a Sesto San Giovanni dove attorno alle 4 ha incrociato i due agenti della volante che poi, durante una sparatoria, lo hanno ucciso. «Nel momento in cui è stato fermato, l’uomo ha immediatamente estratto una pistola e sparato all’agente che gli aveva chiesto i documenti.

L’agente è ricoverato in ospedale ma non in pericolo di vita. La pattuglia ha reagito al fuoco, e la persona che ha aggredito la pattuglia è stata uccisa. È risultata essere senza ombra di dubbio Anis Amri, il presunto sospettato dell’attacco terroristico a Berlino – ha spiegato il ministro dell’Interno Marco Minniti - In Italia esiste un “livello elevato di controllo del territorio che consente, nell’imminenza dell’ingresso nel nostro paese di un uomo in fuga perché ricercato, di identificarlo e neutralizzarlo. Questo vuol dire che c’è un sistema di sicurezza che funziona».

Amri aveva 24 anni ed origini tunisine. Era arrivato in Germania nel 2015 dopo aver scontato quattro anni di carcere in Italia per aver preso parte a una rivolta nel centro di accoglienza dell’isola di Lampedusa, in Sicilia, dove era arrivato nel 2011 dalla Tunisia. Mercoledì il procuratore federale tedesco aveva spiegato che a gennaio Amri era stato inserito nella lista di persone controllate per terrorismo: la radio Bayerischer Rundfunk aveva detto che era sospettato di voler reclutare dei collaboratori per compiere «un attacco con motivazioni islamiste».

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