Ucciso da una malattia sconosciuta
Leo ha lottato come un supereroe

Non solo Mozzo si è stretta commossa attorno ai familiari di Leo per l’ultimo addio al bimbo morto a 10 anni per una male senza nome.

Leonardo - il soldatino, il guerriero, il piccolo leone - non ha mai mollato, neppure per un istante. Ha fatto sua una forza da grande, inimmaginabile per un bimbo che fin da primo vagito ha sofferto per una patologia gastrointestinale che mai gli ha permesso di mangiare e gli provocava dolori insopportabili.

Una malattia senza diagnosi e senza prognosi che ha portato la sua famiglia a girare l’Italia, l’Inghilterra e poi gli Stati Uniti alla ricerca della cura. Per stabilirsi negli ultimi anni in Ohio, al Nationwide Children’s Hospital di Columbus, lasciando tutto, tranne la speranza di trovare una cura per Leonardo, morto martedì 17 febbraio in ospedale e rientrato in Italia giovedì per i funerali celebrati sabato nella chiesa del Patronato San Vincenzo.

La bara bianca era ricoperta di rose, di disegni colorati con i pennarelli e morbidi peluche. Tanti i biglietti e i messaggi. Al suo fianco papà Michele, mamma Susanna – che stacca gli occhi dalla foto del suo ometto solo per asciugarsi le lacrime – e il fratello maggiore Davide.

A celebrare la messa nella chiesa del Patrobnato è don Andrea Pedretti, curato di Martinengo, che del sostegno a questa famiglia, e a molte altre con bambini in ospedale, ha fatto la sua missione dando vita all’associazione Eos Onlus.

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