Una via all'eroe antiracket
Almè ricorda Gaetano Giordano

«Questo mondo sta andando indietro, come i gamberi: 18 anni fa l'Amministrazione di Almè non esitò a fare un gesto controcorrente accogliendo nel suo cimitero un commerciante che non abitava qui, ucciso dalla mafia a Gela.

«Questo mondo sta andando indietro, come i gamberi: 18 anni fa l'Amministrazione di Almè non esitò a fare un gesto controcorrente accogliendo nel suo cimitero un commerciante che non abitava qui, ucciso dalla mafia a Gela. Oggi, a pochi chilometri di distanza da noi, ci sono Comuni che tolgono le targhe dedicate a eroi antimafia. Per questo abbiamo deciso di fare un tributo all'impegno per la legalità: dedichiamo una nuova via di Almé a un eroe antimafia».

Faceva il commerciante di profumi - spiega il sindaco di Almè Bruno Tassetti - e si chiamava Gaetano Giordano: il 10 novembre 1992 fu ucciso perché aveva detto «no» al pizzo. I suoi parenti, il fratello Michele, la sorella Teresa e la madre Maddalena all'epoca abitavano ad Almé (ci risiedono tuttora, la madre è morta poco dopo l'assassinio) e chiesero di poter avere lì la salma del loro caro. Il Comune diede l'assenso «e ricordo con quale risonanza le spoglie di mio fratello vennero accolte qui, dopo i funerali in grande pompa a Gela», sottolinea il fratello Michele.

Che aggiunge, con la sorella Teresa: «Oggi qui forse in pochi sanno chi è, Gaetano. Ma la mafia, purtroppo, è arrivata, e solida, anche qui».

Ed è solo il caso di ricordare, spiega Vanni Cassis, di «Libera», che sono 18 i beni (stabili e industrie) sequestrati alla mafia negli ultimi anni in Bergamasca e che a Berbenno, in uno di questi stabili, il distretto Valle Imagna (a cui appartengono i Comuni di Almè-Villa d'Almé) realizzerà una comunità per minori.

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