Uniacque difende l’aumento
«Altrimenti si bloccano i lavori»

«Tornare alla vecchia tariffa? Vorrebbe dire non pagare più i Comuni e non fare i lavori». Antonio Pezzotta, amministratore delegato di Uniacque, è chiaro. Di fronte ha i consiglieri provinciali, riuniti in Via Tasso per la commissione congiunta sul tema Uniacque.

«Tornare alla vecchia tariffa? Vorrebbe dire non pagare più i Comuni e non fare i lavori». Antonio Pezzotta, amministratore delegato di Uniacque, è chiaro. Di fronte ha i consiglieri provinciali, riuniti in Via Tasso per la commissione congiunta sul tema Uniacque, chiesta da Matteo Oriani di Forza Italia.

Sul tavolo due questioni: i dieci milioni di utili in più rispetto a quanto preventivato, portato alla ribalta dal Comitato «Acqua bene comune» – con conseguente richiesta di annullamento della delibera provinciale del dicembre scorso che introduceva l’aumento retroattivo al 2013 della tariffa, da 0,98 a 1,077 al metro cubo d’acqua – e l’ispezione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas nella sede dell’azienda.

«La richiesta di questo Comitato di non procedere alla bollettazione del rincaro è impensabile. Stiamo già spedendo le bollette e non potremmo fare diversamente, nel rispetto della decisione del Consiglio provinciale. Non vorremmo che il giudice chiamasse in causa noi». È il presidente di Uniacque, Gianni D’Aloia a prendere per primo la parola: «Siamo disponibili a fornire tutti i documenti ai sindaci, ai cittadini, nel caso anche gli estratti conto...».

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