Unioni civili, Bergamo ha il regolamento
Arriva il Registro: siamo 221° in Italia

Quello di Bergamo sarà il 221° Comune d’Italia ad istituire il Registro delle unioni civili. Il regolamento per il riconoscimento delle unioni civili è stato presentato mercoledì a Palazzo Frizzoni.

Il regolamento (nell’allegato) porterà alla nascita del Registro delle unioni civili in Comune. Giovedì la delibera passerà in Giunta, il 7 maggio nelle Commissioni consiliari comunali 1 e 4, lunedì 11 maggio arriverà in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva.

Prima di Bergamo hanno percorso questa strada, con l’istituzione del registro, città importanti come Roma, Milano, Bolzano, Trento; Brescia l’ha approvato la scorsa settimana. Simone Paganoni, capogruppo di Patto Civico, ha presentato in conferenza stampa la delibera: è frutto del lavoro di un tavolo costituito da consiglieri di maggioranza e minoranza, dagli assessori Gandi, Marchesi e Angeloni, e da funzionari del Comune.

Al tavolo tecnico hanno partecipato anche le associazioni che spingono per il riconoscimento delle unioni civili. Quella che viene presentata è una delibera consiliare, presentata quindi dai consiglieri e non dalla Giunta, e firmata da 23 consiglieri di maggioranza ai quali si sono aggiunti quelli del Movimento 5 stelle, che fanno parte dell’opposizione.

«Si tratta - spiega Simone Paganoni - di un primo passo simbolico e concreto verso il riconoscimento di alcuni diritti, in questo caso quelli delle coppie di fatto. È stato un lavoro di squadra, basato sul confronto e il dialogo senza irrigidimenti ideologici. Il Registro era inserito nelle nostre linee programmatiche, non c’è stata nessuna fretta. In questi dieci mesi alla guida della città sono state portate avanti tante altre iniziative anche a favore della famiglia tradizionale, come il rifinanziamento del fondo famiglia, l’accordo con l’Aler per gli alloggi popolari e quello contro la ludopatia».

Luciano Ongaro, capogruppo di Sel ha aggiunto: «Siamo soddisfatti perché l’avevamo messo come obiettivo prioritario. Ci avevamo provato con Bruni, senza riuscirci: ora ce la facciamo, a dimostrazione che i tempi sono cambiati anche in città conservatrice come Bergamo».

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