«Venezia va avanti con Orio
Milano pensi ai suoi problemi»

«Noi siamo pronti». Enrico Marchi, presidente delle veneziana Save, spalanca le porte ad un accordo con Orio per la gestione comune dello scalo bresciano di Montichiari.

«Aspettiamo una decisione del Cda di Sacbo, che speriamo arrivi quanto prima» prosegue Marchi. Ma sulla società veneziana pende il ricorso che la milanese Sea ha presentato al Capo dello Stato in merito all’operazione di scalata della veronese Catullo. «Ragioniamo soprattutto in termini industriali. Sea una volta se le prende con Alitalia, un’altra col governo, un’altra ancora con la Save, ma io ho l’impressione che prima di tutto dovrebbe prendersela con se stessa. Guardare cioè al suo interno, ai suoi problemi e cercare di risolverli. Magari lasciando tranquilli gli altri» è la risposta tranchant del presidente di Save.

Che non risparmia stoccate ai consiglieri indicati da Sea in Sacbo (Milano detiene il 30,98% delle quote di Orio: «Immagino che i loro 3 consiglieri si trovino in questo momento in un conflitto d’interessi. Gli azionisti bergamaschi sono favorevoli all’operazione Montichiari, quelli milanesi no: mi pare un evidente conflitto. Diciamo che non stanno lavorando in questa direzione, ma in coerenza con l’azione che Sea ha in corso nei nostri confronti: cercare cioè di bloccare tutto per non creare niente».

Ma Sea non molla. scaduti i termini per il ricorso al Tar sulla cessione del 2% di quote della Catullo dal Comune di Villafranca alla Save (che ha dato il «la» alla scalata), l’ha presentato al Capo dello Stato. Una procedura che però prevede anche il parere del ministero e del Consiglio di Stato, il che allunga inevitabilmente i tempi. E probabilmente è proprio quello che vuole Milano, aggiungere incertezza alla situazione.

Ma alle porte c’è già una prima scadenza: giovedì 13 novembre il Cda di Sacbo dovrà dire la sua sulla questione Montichiari. Come si comporteranno i 3 consiglieri in quota Sea che hanno già votato contro in prima istanza?

© RIPRODUZIONE RISERVATA