Via le slot, al bar compaiono i libri
Più sereno con l’Azzurro di Scanzo

«Slot? No, grazie. Meglio un buon libro»: da qualche settimana nel locale di Silvia Serafina Delprato, il bar Azzurro a Scanzorosciate, le macchinette sono state eliminate.

A sostituirle uno scaffale di libri, che spaziano da Hemingway a Moccia, passando per la Littizzetto. «Dopo sette anni ho deciso di dire basta al gioco nel mio bar, ed ho pensato che l’alternativa poteva essere la cultura. Perché quindi non offrire ai miei clienti un buon libro? Così ho cominciato a portarne qualcuno da casa da mettere a disposizione».

La mensola coi libriSparito l’angolo con le slot, discreto ed appartato, è comparsa una mensola ben visibile dal bancone: «Infatti molti mi chiedono di che cosa si tratti. C’è stato un cambiamento che è stato apprezzato. Anche quelli che giocavano mi hanno detto: Brava, hai fatto bene».

Se diminuire le occasioni di gioco è importante, Delprato sa che questo non basta: «Io sono sempre stata convinta, e l’ho sempre detto anche a chi gioca, che non siano le slot il male, ma il fatto che dobbiamo attaccarci a qualcosa da cui dipendiamo. Così vale per l’alcol: il problema non è il vino, ma chi ne beve troppo. Ogni persona è responsabile delle scelte che compie. Anche il gioco c’è sempre stato, per esempio le carte. Ora è solo più avanzato dal punto di vista tecnologico».

Ma attenzione, Silvia ci tiene a precisare che la scelta in controtendenza, va economicamente a suo discapito. «Eh sì, ci sono degli incentivi comunali per chi toglie le slot, ma solo se sei proprietario del negozio. Io sono titolare, ma il locale non è mio, così come accade per la maggior parte dei bar. Anche questo contributo è stato pensato in modo furbo».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 25 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA