Via libera al nuovo governo Conte
Oggi è il giorno dei nomi dei ministri

La nascita del governo Conte è a un passo. Alla fine di una giornata ad alta tensione, e con molto ritardo, dalla piattaforma Rousseau è arrivato il via libera al governo con il Pd.

Il premier incaricato ha avutola notte per comporre la lista dei ministri che a ore dovrebbe portare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l’obiettivo di giurare tra mercoledì sera e giovedì per poi presentarsi alle Camere nel weekend o a inizio settimana. La strada è in discesa, ma piena di ostacoli, con guerre tra partiti e correnti. La lista, come da tradizione, sarà definitiva solo nel momento in cui Conte varcherà il portone del Quirinale.

Al bis, Conte avrà un ruolo più forte a Palazzo Chigi, senza vicepremier e con un sottosegretario di sua fiducia ad affiancarlo (Roberto Chieppa). Ai vertici di governo, quando dovrà mediare tra i partiti, troverà Luigi Di Maio da capo politico del M5s e Dario Franceschini, «capo delegazione» del Pd, in conseguenza della scelta del segretario Nicola Zingaretti e del passo indietro di Andrea Orlando. Il premier incaricato è consapevole dell’attenzione con cui il presidente della Repubblica esaminerà la lista dei suoi ministri, soprattutto nelle caselle cruciali per l’economia e le relazioni internazionali: Tesoro, Viminale, Difesa, Esteri.

All’Interno, in particolare, sarebbe auspicio comune indicare un tecnico di alto livello, anche per evitare che i prossimi mesi di legislatura si trasformino in una battaglia continua con Matteo Salvini sulla gestione dell’ordine pubblico e dell’immigrazione. Altro snodo è l’Economia: la prima «emergenza» del governo è infatti scrivere Def e legge di bilancio, senza avere neanche il tempo di carburare. Serve perciò una personalità in grado di dialogare da subito con l’Europa, in stretto contatto con Farnesina e Palazzo Chigi, per ottenere i possibili spazi di bilancio tenendo in ordine i conti. Ecco perché, in uno schema che affida la scelta di via XX Settembre al Pd, restano in pista tutti nomi tecnici e un solo politico, Roberto Gualtieri.

Orlando, in predicato per gli esteri si fa da parte: dovrebbe restare vicesegretario unico se Paola De Micheli, come probabile, andrà al governo e potrebbe anche essere capogruppo alla Camera, se un ministero andrà a Graziano Delrio. Ma la battaglia è in corso e si attendono le mosse di Matteo Renzi, che va ripetendo che se il governo non sarà «di qualità» i suoi daranno una mano da fuori.

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