Vietato fumare a scuola (anche fuori)
Ma il 73% non rinuncia alla sigaretta

Depositata al Consiglio regionale della Lombardia un’interrogazione per chiedere chiarimenti sull’applicazione delle norme introdotte dalla legge del 2013, che ha esteso il divieto di fumo anche alle aree all’aperto, in particolare negli istituti d’istruzione e formazione professionale (IeFP) di competenza regionale.

Firmatario dell’interrogazione è Antonio Saggese, consigliere regionale del gruppo «Maroni Presidente»: «Il decreto legge del settembre 2013 – spiega – vieta l’uso delle sigarette non sono nei locali al chiuso, come previsto dalla legge Sirchia del 2003, ma anche in quelli all’aperto nelle scuole, come giardini e cortili. In alcuni istituti scolastici regionali, tuttavia, sembrerebbe che il divieto di fumo, così come previsto dalla recente normativa, venga talvolta eluso, male interpretato o comunque non punito. Secondo un recente sondaggio effettuato a livello nazionale su un campione di 2.500 ragazzi, addirittura il 73% assicura che nella propria scuola si fuma all’aperto e solo il 16% degli intervistati sostiene che nel proprio istituto sono state comminate sanzioni disciplinari ai trasgressori. Il mancato rispetto del divieto, in Lombardia, interesserebbe soprattutto gli istituti professionali, dove molti ragazzi, incuranti del maxi-divieto, pare fumino negli istituti».

«A fronte di questi dati – prosegue il consigliere – chiedo alla Giunta se il divieto di fumo sia stato effettivamente recepito dalle scuole del territorio, in particolare dalla IeFP e se la Regione abbia provveduto a fornire adeguate comunicazioni a tutti i soggetti interessati»

Proprio il tema del tabagismo tra i giovani – insieme a quello dell’alcol – è stato al centro del convegno «Prevenzione primaria dell’alcool e del tabagismo nel sistema scolastico», promosso il 26 novembre dalla Commissione consiliare Sanità. «La nostra priorità quando si parla di prevenzione rispetto ad alcolismo e tabagismo deve riguardare soprattutto la fascia degli adolescenti e dei giovani, attraverso forme efficaci d’intervento – ha detto nel corso del suo intervento il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, –. In tal senso è necessario intervenire sui fattori di rischio e mettere in rete i diversi attori, la scuola, le organizzazioni della sanità, la famiglia e le istituzioni».

Tra le ipotesi lanciate (introduzione di una tassa di scopo nella vendita di tabacco e alcool; campagne di comunicazione più efficaci e ideazione di app sul tema), il presidente Cattaneo ha citato come esempio positivo le misure introdotte nella recente legge regionale sul gioco d’azzardo patologico, che prevedono forme di tutela rispetto alle zone sensibili (come scuole, ospedali) dove non si possono installare slot-machines. «Nella cura dipendenze da alcol e tabagismo – ha infine concluso Cattaneo – si deve anche pensare di premiare gli stili di vita sani».

Per quanto riguarda i costi sociali, si stima che in Lombardia costi sanitari legati alla cura si aggirano sui 3,13 miliardi di euro, ha dichiarato Biagio Tinghino, presidente dell’Associazione italiana di Tabaccologia Asl Monza e Brianza. Il costo medio per ciclo terapeutico per paziente in cura per dipendenza si aggira sui 3 mila euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA