Villa d’Almè, cartello al campo:
«Genitori rissosi, vietato litigare»

Quando il fair play va in scena più in campo che sugli spalti, ecco che dal richiamo verbale si passa direttamente al divieto scritto.

Succede agli impianti sportivi di via Ronco Basso dell’associazione calcistica Villa d’Almè-Valbrembana dove è affissa una singolare insegna: «È severamente vietato litigare. I trasgressori saranno visti dai propri figli».

Il sarcastico monito, stampato con tanto di simbolo rosso di divieto e ripetuto su tre fogli lungo l’unico spalto del centro, è rivolto ai genitori, quelli che intervengono numerosi per assistere alle partite dei propri pargoli e che, a volte, si trasformano in tifosi così convinti tanto da superare i limiti con parolacce, bisticci e qualche volta anche scenate imbarazzanti.

«La decisione di affiggere il cartello è stata presa dal presidente dell’associazione Piergiorgio Castelli - spiega il responsabile del settore giovanile Matteo Lasagna -. Una scelta che non deriva da episodi eclatanti, ma dalla volontà di prevenirli, considerando che il fenomeno, con le giovanili come con la prima squadra, è piuttosto diffuso».

«L’ironico divieto rappresenta una modesta campagna volta a limitare comportamenti poco consoni da parte di genitori o parenti dei calciatori – spiega Castelli –. È come se a volte venissero pervasi dal “virus dell’ultrà”, capace di far perdere le staffe nei confronti della tifoseria avversaria, degli allenatori ma anche degli arbitri, i quali oltretutto, il più delle volte, sono coetanei dei figli, con il risultato che vediamo adulti inveire contro quattordicenni o sedicenni, magari alla loro prima esperienza arbitrale».

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