Visco all’Accademia della Guardia di Finanza
L’evasione porta effetti devastanti sull’economia

«L’economia sommersa e nascosta al fisco è tra il 16,6% e il 17,7% dell’intero prodotto lordo». Lo ha detto il vice ministro dell’Economia Vincenzo Visco nel corso del suo discorso tenuto alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’ Accademia della Guardia di Finanza a Bergamo. «Gli effetti di questi livelli di evasione sull’efficienza dell’economia - ha proseguito Visco - sono devastanti» e per questo motivo «non ci fermeremo qui» nella lotta al sommerso. «Sul lato dell’evasione - ha detto Visco - già da luglio è stato dato un segnale forte che evadere non paga».

Il vice ministro ha quindi aggiunto che il Governo sta «elaborando una nuova strategia per gli accertamenti che aumenti la probabilità per gli evasori di essere controllati e penalizzati e stiamo lavorando su un uso più efficiente dell’elettronica a fini anti
evasivi introducendo, ad esempio, la possibilità di fattura elettronica e in generale riducendo la necessità di uso del contante».

Visco, ricordando uno studio della Commissione Europea del 1998 secondo il quale l’Italia ha una percentuale di sommerso doppia rispetto a paesi come Francia, Germania e Regno Unito e fino a quattro volte superiore a paesi come Olanda, Austria e Irlanda, ha sottolineato come l’evasione accentui il differenziale tra chi «paga le imposte e l’economia sommersa, che sfugge in tutto o in parte al sistema tributario». «La riduzione dell’evasione - ha così spiegato Visco - diviene decisiva per la realizzazione di un contesto concorrenziale accettabile in quanto consentirà una diminuzione delle aliquote di imposta e ridurrà la differenza tra i settori che pagano le imposte e le attività sommerse, consentendo una migliore allocazione delle risorse».

E a proposito del pacchetto di liberalizzazioni varato dal Consiglio dei ministri, «il governo – ha detto Visco - ha dato un segnale forte circa il fatto che le rendite di posizione non pagano, particolarmente nel settore dei servizi, che deve essere aperto alla concorrenza. Visco ha definito importantissime per il rilancio del Paese le politiche di liberalizzazione. Queste non sono una scelta ideologica a favore di un particolare modello di economia. Al contrario sono uno strumento necessario con cui si mobilitano le forze vitali ancora assopite di una economia in cui i servizi vengono ancora gestiti in situazione di quasi monopolio, secondo logiche di tutela corporativa».(27/01/2007)

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