Avifauna, saltimpalo a rischio di estinzione in Pianura Padana

Biodiversità. È stato chiamato con il nome curioso di saltimpalo, dato al piccolo uccello per l’abitudine di posarsi in cima ad alberi, arbusti e in genere su pali, tutti punti che consentono di ottenere una buona visuale dall’alto allo scopo di individuare meglio le prede. Il saltimpalo è un piccolo passeriforme, con una lunghezza totale di circa 12 cm, un’apertura alare di 20-22 cm e un peso fino a 13 grammi.

È stato chiamato con il nome curioso di saltimpalo, dato al piccolo uccello per l’abitudine di posarsi in cima ad alberi, arbusti e in genere su pali, tutti punti che consentono di ottenere una buona visuale dall’alto allo scopo di individuare meglio le prede. Il saltimpalo è un piccolo passeriforme, con una lunghezza totale di circa 12 cm, un’apertura alare di 20-22 cm e un peso fino a 13 grammi.

Il nome scientifico in zoologia è Saxicola torquatus. Deriva dalla composizione dei termini latini «saxus», cioè sasso, e «cola» (da colere=abitare), per l’habitat abituale che frequenta, mentre «torquatus» significa in latino «dal collare», in riferimento ai colori del suo piumaggio. Si riconosce perché ha un becco corto con setole alla base, penne soffici, capo e gola neri, petto rossastro e collare bianco.

Il piccolo passeriforme deve il nome all’abitudine di posarsi in cima ad alberi e pali per individuare meglio le prede

Il maschio ha una testa nera e un semicollare bianco al collo con petto colorato di rosso arancio, le femmine hanno tutto il corpo di un colore più opaco. Il saltimpalo intona il canto quando si trova sui posatoi rialzati da terra e, in maniera più incisiva, quando è impegnato nel volo nuziale. Le coppie si formano già alla fine dell’inverno, mentre la nidificazione, che può prendere avvio all’inizio di marzo, occasionalmente a febbraio, comporta due nidiate, tre se la stagione è particolarmente favorevole.

Il nido costruito al suolo

Il nido viene costruito al suolo, ai piedi di un cespuglio o a pochi centimetri da terra tra le erbe fitte. L’incubazione dura 13-14 giorni e la permanenza dei piccoli al nido 14-16 giorni, mentre l’indipendenza dai genitori avviene 1-2 settimane dopo l’uscita dal nido. Il verso è caratterizzato da due cinguettii acuti intervallati da due suoni simili a uno schiocco. In Italia è nidificante, sedentario, svernante, non ama compiere lunghi viaggi, è un migratore a corto raggio, perché durante la stagione invernale preferisce le zone più meridionali del suo areale.

In stato di conservazione sfavorevole per l’intensificarsi delle pratiche agricole con un forte tasso di meccanizzazione

Ha un temperamento poco socievole, conducendo vita solitaria o in coppia, e durante tutto l’anno è territoriale, prediligendo ambienti aperti e semi-aperti con vegetazione rada, come brughiere, praterie, campi incolti. Pur essendo piuttosto diffidente, sosta abitualmente allo scoperto sulle cime di alberi, di un palo o di un cavo aereo, stando impettito e vibrando continuamente le ali e la coda. Da questi posatoi osserva i dintorni per individuare le prede, che cattura sia sul terreno sia in volo. Si nutre di insetti, ragni, lombrichi e miriapodi catturati sul terreno, in inverno raccoglie anche piccoli semi e bacche.

La salvaguardia della specie

In Europa la specie è considerata, attualmente, in uno stato di conservazione sfavorevole a causa dell’intensificarsi delle pratiche agricole. L’Italia riveste un ruolo importante nella conservazione della specie: nel 2008 le stime indicavano un forte incremento, tra le 300 e le 600 mila coppie, ma negli ultimi anni è stato registrato un decremento costante della popolazione, con ridimensionamento anche dell’areale.

Migratore a corto raggio: durante la stagione fredda sceglie le zone meridionali del proprio areale

In Lombardia predilige le fasce di pianura, le zone pedemontane, i fondovalle delle aree montane e sale fino a quote non superiori a 1200-1400 metri. In Pianura Padana ha subìto un forte declino, con casi di estinzione locale anche in aree apparentemente idonee, subendo gli effetti di alcuni inverni particolarmente rigidi e soprattutto nevosi, poiché il manto nevoso, se prolungato, impedisce la ricerca del nutrimento al suolo.

Dopo l’incremento stimato nel 2008, negli ultimi anni registrata una diminuzione costante della popolazione

Secondo le ricerche compiute qualche anno fa dal Gruppo Ornitologico Bergamasco sul territorio provinciale la sua presenza è stata accertata nelle zone adiacenti ai fiumi Brembo e Serio, in ambienti rurali della pianura occidentale, nella fascia collinare del Monte Canto, alle pendici dell’Albenza, ma anche nella bassa Valle Cavallina, sui Colli di San Fermo e in alcuni zone dei Colli di Bergamo. Insediamenti circoscritti sono stati riscontrati pure su versanti ben esposti di Valle Imagna, Val Taleggio, Valtorta e media Valle Seriana.

Nella Bergamasca presente vicino a Brembo e Serio, nella pianura occidentale, nella fascia collinare

Migliorarne l’habitat per salvarlo

L’agricoltura intensiva in pianura, con un forte tasso di meccanizzazione, è uno dei problemi principali per la conservazione del saltimpalo. Dall’altro lato il piccolo passeriforme soffre l’abbandono delle attività agricole in diverse zone della media montagna, dove il ritorno della vegetazione boschiva non coinciderebbe con le sue esigenze.

I predatori tra i pericoli maggiori

La specie, inoltre, risulta molto sensibile anche alle temperature troppo rigide. Uno dei pericoli maggiori, poi, è costituito dai predatori, soprattutto durante il periodo della riproduzione: circa il 15 per cento delle perdite che avviene all’interno del nido è dovuto, infatti, ad animali che attaccano i pulcini o si cibano delle uova.

Servono siepi e posatoi

Le misure di conservazione devono essere volte a migliorare l’habitat del piccolo passeriforme, per esempio con la gestione a mosaico dei prati da sfalcio estensivi e poco intensivi, la messa a dimora di siepi naturali, la creazione e la gestione di superfici marginali con vegetazione erbacea diversificata, l’installazione e il mantenimento di posatoi per il canto e per la ricerca delle prede, come pali, recinzioni e cespugli isolati.

Una specie protetta

Il saltimpalo è una specie protetta. Rientra, infatti, tra le specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli, è inserito nell’Allegato II della Convenzione di Bonn, nell’Allegato II della Convenzione di Berna come specie rigorosamente protetta e, infine, è protetto dalla Legge n. 157 del 1992

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