Il vescovo a Leffe: il nuovo altare
la roccia del nostro rinnovamento

«L’altare è un punto centrale all’interno di una chiesa, nel quale si uniscono il sacrificio di Cristo e la convivialità della mensa eucaristica, che nasce da un impegno costante e rinnovato di riconciliazione».

«L’altare è un punto centrale all’interno di una chiesa, nel quale si uniscono il sacrificio di Cristo e la convivialità della mensa eucaristica, che nasce da un impegno costante e rinnovato di riconciliazione».

Sono state particolarmente accorate a Leffe le parole del vescovo Francesco Beschi, che sabato 19 luglio ha presieduto la solenne celebrazione nella parrocchiale di San Michele, durante la quale è stato inaugurato il nuovo altare, realizzato come il vicino ambone, dagli scultori Toffetti.

La data scelta non è stata casuale: il 18 luglio 1614 fu consacrata la chiesa. I fedeli che gremivano la chiesa hanno assistito con emozione alla particolare cerimonia di benedizione e consacrazione. «L’altare e l’ambone - ha ricordato monsignor Beschi - non sono semplici elementi di arredo. L’ambone è il luogo da cui il Signore ci parla, mentre l’altare è un punto di partenza per rinnovare quotidianamente la nostra fede. La riconciliazione è un punto di partenza essenziale e l’altare è una roccia su cui poggiare il nostro rinnovamento. Troppo spesso si ritiene che la fede sia un pesante macigno che opprime: ha invece la leggerezza che porta verso l’alto».

Attorno all’altare era presente anche monsignor Giuseppe Cesani, già parroco a Leffe e iniziatore del progetto che ha portato alla realizzazione del nuovo altare. «L’idea - racconta il parroco don Giuseppe Merlini - era dotare la nostra chiesa di elementi adeguati all’importanza che altare e ambone hanno assunto nella celebrazione alla luce del Concilio Vaticano II».

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