Crisi, c'è chi si vende i gioielli
Bergamo, in calo anche gli orefici

Addio ai gioielli di famiglia per far fronte alla crisi: sono in 30 mila secondo una stima dei gioiellieri i preziosi ricordi venduti dai privati nell’area milanese nell’ultimo anno in cambio di liquidità immediata, ma una situazione analoga sembra essere diffusa in tutta la Lombardia. Molti al posto di comprare nuovi gioielli ne fanno di nuovi utilizzando i vecchi.

È quanto emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano realizzata a novembre 2009 su oltre 50 operatori milanesi del settore.

Quello che in Bergamasca è certo è il calo delle aziende che operano nel settore della fabbricazione o vendita di gioielli, passate dalle 250 del 2008 alle 238 attuali, con un calo del 4,8 %. In leggero calo le imprese del settore anche a Milano –2,4% in un anno. Il dato in Italia è di 377 imprese in meno in un anno.

«I gioielli – ha dichiarato Dario Bossi Migliavacca, presidente di Cisgem di Milano – rappresentano non solo un simbolo dell’eleganza e del buon gusto tipici del “made in Italy” ma anche un bene rifugio, che può riconvertirsi in liquidità. Ora in questo periodo di crisi gli operatori hanno visto un moltiplicarsi di atteggiamenti che puntano al risparmio come la trasformazione del gioiello per salvaguardare materiali ed elementi preziosi e reinterpretarli in nuove forme e in alcuni casi anche la vendita che poi viene effettuata da altri operatori, ma per cui si cerca prima di tutto un consiglio del negoziante di fiducia».

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