All'Abb lavoratori disorientati:
«Vogliamo sapere cosa succede»

Più che amarezza c'è incredulità, che lascia spazio a qualche timida speranza. È il clima che si respira tra i dipendenti del gruppo multinazionale elettromeccanico Abb all’indomani dell’annuncio della riorganizzazione aziendale che coinciderebbe con un esubero di 248 persone per lo stabilimento bergamasco.

Il risultato è il disorientamento dei lavoratori che ancora non conoscono i particolari del provvedimento. Un centinaio dovrebbero essere i prepensionamenti e per i rimanenti si prospetta una ricollocazione: qualche particolare in più potrà emergere dagli incontri che si terranno a breve tra i sindacati e la controparte.

E se un’azienda così grande sta perdendo i pezzi, figuriamoci cosa ci si può aspettare da altre realtà più piccole, commentano i dipendenti, che vorrebbero capire meglio cosa sta accadendo, soprattutto in un periodo a ridosso del Natale in cui c’è bisogno di maggiore serenità e di cose concrete.

Le reazioni politiche
Per il coordinatore provinciale del Pdl e consigliere regionale Carlo Saffioti, «il Governo e la Regione Lombardia hanno ribadito che nessun lavoratore verrà lasciato solo. A tutti sarà garantito un reddito.». E il deputato bergamasco del Pd Antonio Misiani, con un’interrogazione parlamentare, ha chiamato in causa il governo in relazione al piano di riorganizzazione Abb. Secondo Misiani, «la delocalizzazione annunciata, che nella Bergamasca mette a rischio 248 posti di lavoro, colpisce una realtà, quella di Dalmine, già profondamente segnata dalla crisi di Tenaris e del Maglificio».

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