Coldiretti: «Lavoratori immigrati
indispensabili per tante aziende»

«Non è importante solo l'etichetta che spiega la storia, la provenienza e i componenti di un alimento, ma anche l'etichetta che attesta quando un prodotto è stato realizzato in modo etico, senza sfruttare i lavoratori». Così il presidente della Coldiretti bergamasca Giancarlo Colombi commenta la proposta formulata dal ministro Luca Zaia, dopo i recenti fatti di Rosarno, di istituire un'etichetta etica per combattere il fenomeno dello sfruttamento e premiare le tante persone che rappresentano in maniera pulita l'agricoltura.

«Oggi le dinamiche imprenditoriali sono sempre più complesse – spiega Colombi – pertanto è importante non solo soffermarsi sulle esigenze del mercato, ma anche tutelare la legalità e la dignità delle persone. I consumatori sicuramente apprezzeranno un'etichetta chiara, con specificato tutto il percorso dal campo alla tavola e anche con le informazioni relative all'utilizzo legale di manodopera. Maggiore chiarezza c'è all'interno della filiera e più è facile anche evitare tutte quelle situazioni che portano alla moltiplicazione ingiustificata del prezzo. La nostra Organizzazione si ispira ai principi della dottrina sociale cristiana quindi non possiamo che sostenere la massima correttezza e trasparenza».

Per quanto riguarda la realtà Coldiretti, in provincia di Bergamo le imprese agricole che si avvalgono di manodopera extracomunitaria sono circa 120. Su un totale di 800 dipendenti impiegati in agricoltura, 350 dipendenti sono extracomunitari, soprattutto indiani e albanesi. Si rileva però una presenza anche di senegalesi, tunisini e pakistani. Dei 350 dipendenti extracomunitari, il 10 per cento è assunto a tempo indeterminato.

«Nella Bergamasca – conclude Colombi - sono molte le aziende che ricorrono agli immigrati extracomunitari, soprattutto nel settore orticolo e della zootecnica da latte. Questi lavoratori contribuiscono in modo strutturale alla nostra economia agricola e rappresentano una componente indispensabile per l'efficienza di molte aziende. In un territorio come il nostro, che offre produzioni da primato, bisogna combattere tutti quei fenomeni che umiliano gli uomini e il loro lavoro e gettano una ombra su un settore che è impegnato a rispettare i diritti di ogni lavoratore e che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune e nel totale rispetto della legalità».

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