Donora, Triumph e Bianchi:
scattano presidi dei lavoratori

Lavoratori in presidio giovedì mattina davanti agli stabilimenti Donora, Triumph e Bianchi. Alla Donora i dipendenti hanno incontrato il sindaco di Cortenuova e alcuni politici a cui hanno presentato le proprie rivendicazioni. Venerdì si attende, in mattinata, l'incontro fra sindacato e azienda e nel pomeriggio il coordinamento sindacale del gruppo. In quell'occasione i sindacati bergamaschi e la Rsu chiederanno di compiere un gesto di solidarietà alle altre fabbriche del gruppo, che si trovano a Brugherio (Milano) e a Santa Maria Hoè (in provincia di Lecco): l'obiettivo è di mettere a punto iniziative di gruppo, che coinvolgano anche gli altri stabilimenti.

Ad oggi, nell'area è rimasto un magazzino che occupa 8 ex dipendenti Donora e altri 15 soci di una cooperativa. Per i lavoratori Donora (che nel 2001 erano 600) il colpo di grazia era arrivato il 22 novembre 2005 quando era stata annunciata l'imminente chiusura dello stabilimento per gli allora 385 dipendenti.

Agitazioni anche alla Triumph di Trescore. Dalle 7 di questa mattina fino alle 11.30 i lavoratori hanno scioperato e presidiato la fabbrica per protestare contro la decisione di chiudere il magazzino, mettendo a rischio 56 posti di lavoro sui 120 del quartier generale della ditta di abbigliamento intimo che fa capo alla multinazionale svizzera. «L'adesione allo sciopero è stata quasi totale – riferisce Cristian Verdi della Femca Cisl - e domani pomeriggio ci sarà un'altra astensione di 4 ore dalle 13.30 alle 17.30 con presidio davanti all'azienda, mentre è stato fissato per giovedì 4 febbraio, alle 11, l’incontro presso la sede dell’assessorato al lavoro della provincia di Bergamo con l’assessore Enrico Zucchi». Fulvio Bolis, segretario generale provinciale Filtea-Cgil ha più volte ripetuto che «il sindacato si renderà disponibile a valutare l’utilizzo di ammortizzatori sociali, nello specifico i contratti di solidarietà, strumento utile anche nella gestione degli orari per tentare di attenuare le difficoltà aziendali. Tutto, però, a condizione che il magazzino resti in piedi, che l’attività non venga spostata in Alsazia. Le lavoratrici sono disposte a fare sacrifici, purché il centro logistico di Trescore resti aperto».

Presidio anche alla Bianchi, l'azienda di biciclette di Treviglio controllata da Cycleurope, dove i sindacati chiedono il ritiro dei tre licenziamenti e l'utilizzo di ammortizzatori sociali alternativi. La preoccupazione è che i licenziamenti siano solo l'inizio di una riorganizzazione. Attualmente la Bianchi è in affitto nello stabilimento (il contratto scade quest'anno) e non si conoscono ancora le intenzioni dell'azienda. Da parte della Bianchi viene ribadito che le richiesta dei sindacati saranno portate all'esame del consiglio d'amministrazione e verrà quindi riferita la risposta. Sulla localizzazione dello stabilimento viene detto che è in corso una valutazione delle possibilità ed è prevista una definizione a breve.

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