Ex Legler, la vendita partirà
dalla centrale di Crespi

Partirà probabilmente dalla centrale idroelettrica di Crespi d'Adda la vendita dei complessi aziendali dell'ex Legler, oggi Texfer Spa in liquidazione e in amministrazione straordinaria. Mentre infatti per i siti produttivi del gruppo tessile di Ponte San Pietro si è aperto un supplemento di analisi, per le due offerte in campo per la centrale di Crespi la valutazione da parte del commissario straordinario, Emanuele Rimini, alla presenza del notaio e avvalendosi di esperti, si è conclusa e la relativa graduatoria dovrà essere confermata dal ministero dello Sviluppo economico.

A questo, infatti, sentito il parere del comitato di sorveglianza, compete il rilascio dell'autorizzazione per procedere con l'aggiudicazione e la successiva vendita dei beni. Per la centrale di Crespi il prezzo base era stato fissato dal bando di vendita in 390 mila euro. Per quanto riguarda le due proposte di acquisto pervenute si sa solo che sono state migliorative. Se il ministero darà il via libera, l'assegnazione potrebbe arrivare anche in tempi abbastanza brevi, entro il mese o poco oltre, con l'apporto di liquidità alla procedura.

Gli interessamenti giunti per la centrale di Crespi sono due delle quattro offerte irrevocabili d'acquisto presentate conformemente al bando di cessione dei complessi aziendali dell'ex Legler che era stato pubblicato all'inizio di dicembre con scadenza ai primi di febbraio (una quinta proposta all'apertura delle buste era risultata non conforme a quanto indicato dall'invito a manifestare l'interesse all'acquisto). Le altre due offerte riguardano invece gli stabilimenti e qui, prima della valutazione, ci sarà un approfondimento.

Il ministero, infatti, sentito il parere positivo del comitato di sorveglianza, lunedì ha autorizzato il commissario straordinario «a chiedere ulteriori chiarimenti e documentazione agli offerenti per i siti produttivi per rendere valutabili e comparabili le offerte», come spiega lo stesso Rimini, che rinvia quindi alle prossime settimane. Le ulteriori informazioni richieste dovranno arrivare infatti entro una quindicina di giorni, la scadenza è fissata al 18 marzo, e dopo di allora, magari anche verso aprile considerando l'iter necessario per le valutazioni, ci sarà l'incontro al ministero con i sindacati previsto in un primo tempo per ieri.

Già nelle scorse settimane era emerso che sul fronte produttivo sono giunte proposte sia complessive sia «spezzatino» e infatti una delle due offerte sarebbe in blocco, e secondo notizie di stampa arriverebbe da un consorzio russo, e l'altra riguarderebbe invece solo alcuni siti produttivi. È facile immaginare che proprio la diversità dei riferimenti, che si riflette poi sui dettagli tecnici ed economici delle offerte, dal prezzo alle prospettive dell'attività al numero dei dipendenti che questa coinvolgerebbe, abbia determinato la necessità di chiedere ulteriori delucidazioni per poter arrivare ad avere parametri omogenei da confrontare.

Per quanto riguarda il prezzo, il bando fissava una base complessiva di 46,499 milioni di euro, frutto delle valutazioni assegnate a ciascuno dei sei complessi aziendali messi in vendita: lo stabilimento bergamasco di Ponte San Pietro e quelli sardi di Macomer, Ottana e Siniscola, la partecipazione del 40% detenuta dalla Texfer nella Compagnia elettrica lombarda (Cel), che pure ha base a Ponte San Pietro, e la centrale idroelettrica di Crespi d'Adda. Lo stabilimento bergamasco conta all'incirca 315 persone in cassa integrazione straordinaria fino a maggio. Nel 2008, all'ammissione all'amministrazione straordinaria, i lavoratori a Ponte San Pietro erano quasi 350 su un totale di gruppo di oltre mille persone, con circa 850 dipendenti negli insediamenti del Nuorese.

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