Stati Uniti, dal Grand Canyon
«riemerge» il progetto Percassi

Dal Far West americano riemerge il faraonico progetto turistico del Canyon Forest Village, una delle «creature» più ambiziose di Antonio Percassi. Il risultato del voto fra i poco più di 500 residenti di Tusayan, epicentro del progetto Forest Village, che con referendum hanno deciso di «sganciarsi» dalla giurisdizione della Contea di Coconino, potendo finalmente decidere dei propri destini, anche commerciali, ha rimesso in gioco il progetto.

Nel profondo nord dell'Arizona, Contea di Coconino, era stato immaginato un mega-complesso proprio in prossimità della principale porta d'accesso meridionale al Parco Nazionale del Grand Canyon, con abitazioni, hotel, ristoranti e centri commerciali su 272 acri (più di un milione di metri quadrati) del valore oggi di oltre 300 milioni di euro.

Quel sogno si era infranto contro un referendum popolare che proprio dieci anni fa, nel novembre 2000 bocciò il progetto percassiano: un voto «teleguidato» da alcune associazioni ambientaliste ma soprattutto da una serie di imprenditori locali e comunità di altre aree turistiche vicine al Grand Canyon, terrorizzati dalle potenzialità del «Forest Village» e dal rischio, altissimo, di un'emorragia di clienti.

Battuto alle urne, il gruppo bergamasco in questi anni non si è però mai arreso: ha riallacciato i contatti con le autorità locali, consolidato le alleanze commerciali, varato un museo del West, con cimeli di Buffalo Bill e le «attrazioni» delle maggiori comunità indiane, che aprirà a giugno. Un'azione a tutto campo che ha portato al voto e a cambiare le carte in tavola.

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