«Brembo»: utili 2009 a 10,5 milioni
Bombassei: guardiamo a nuovi mercati

L'assemblea dei soci di «Brembo» ha approvato il bilancio 2009 che si e' chiuso con un fatturato (in calo del 22,1%) a 825,9 milioni e un utile netto (sceso del 71,9%) a 10,5 milioni. Via libera anche alla proposta del Cda di un dividendo di 0,225 euro per azione.

L'assemblea ha anche ratificato la nomina di Bruno Saita in Cda. I soci hanno infine approvato il rinnovo della richiesta di autorizzazione a disporre di azioni proprie e hanno dato il via libera al piano di incentivazione triennale per amministratori esecutivi ed alta dirigenza.

Brembo e' anche vicina all'accordo con gli istituti di credito per il riequilibrio del debito fra breve e medio-lungo termine. Lo ha spiegato il direttore finanziario Matteo Tiraboschi nel corso dell'assemblea della societa'. Attualmente l'indebitamento e' per il 52% a breve e per il 48% a lungo anche a causa di un bond da 50 milioni in scadenza a ottobre. «Siamo gia' nelle fasi conclusive - ha spiegato Tiraboschi - per riportare l'indebitamento nella posizione che riteniamo adeguata, cioe' 30% a breve e 70% a lungo termine».

L'annuncio della rimodulazione potrebbe arrivare a breve: «Nel giro di qualche settimana, spero entro l'approvazione dei conti del primo trimestre, riusciremo a formalizzare l'accordo e a comunicarlo».

Da parte sua, il presidente di «Brembo», Alberto Bombassei, a margine dell'assemblea degli azionisti della società, ha sottolineato che «Continuiamo a guardare il mercato per acquisizioni e accordi". Brembo rimane quindi attenta al mercato di riferimento in particolare «per migliorare la sicurezza attiva e passiva dell'utente». Quanto ai mercati dove si concentreranno le attenzioni, Bombassei spiega: «Guardiamo ai mercati nuovi senza tralasciare quelli storici».

«I primi tre mesi del 2010 hanno dato segnali positivi» ha comunque specificato il presidente di Brembo, Alberto Bombassei, intervenendo durante l'assemblea della societa' che ha dato il via libera al bilancio 2009. Bombassei ha tuttavia sottolineato che «bisogna essere realisti: riteniamo che per recuperare i livelli del 2007 in Europa, in America e in Giappone ci vorranno 2-3 anni».

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