Cassa in deroga alla Franco Chiesa
Ora serve l'adesione dei dipendenti

Si è svolta ieri sera l'assemblea dei lavoratori della Franco Chiesa, con la presenza di Alberto Citerio per la Fisascat Cisl, Roberto Rossi della Filcams Cgil e Maurizio Regazzoni della Uiltucs. All'ordine del giorno c'era la richiesta di proroga per 6 mesi della Cassa Straordinaria, condizione impossibile per alcuni dispositivi legislativi. L'attenzione si è spostata allora sulla richiesta di Cassa in deroga.

Questo ammortizzatore – hanno detto liquidatore e commissario – sarà accettato “purché non comporti costi aggiuntivi alla procedura in atto”. In pratica, è stato sollevato il problema del pagamento della quota TFR per i lavoratori in Cassa in deroga, spesa che L'Inps non vuole accollarsi e che liquidatore e commissario non possono fare. A tal proposito, allora, i lavoratori presenti (oltre 50 su circa 70 interessati) hanno dato il loro assenso a rinunciare alla parte di TFR che graverebbe su questo periodo.

L'assemblea ha perciò deciso di richiedere la cassa in deroga fino al 31 dicembre 2010. Ci sarà tempo fino al prossimo lunedì per raccogliere le adesioni anche dei lavoratori assenti all'assemblea, perché per continuare la procedura e chiedere l'approvazione dell'ammortizzatore sociale serve l'adesione unanime dei dipendenti interessati.

“È un risultato positivo – dice Alberto Citerio, segretario generale della Fisascat di Bergamo -, che ci ha permesso di trovare una soluzione capace di dare respiro ai lavoratori, per i quali ci sarà ora più tempo per una possibile ricollocazione. Con la deroga, infatti, si attivano gli strumenti di politiche attive, con la quali speriamo di poter dare prospettive sicure ai lavoratori prima che inizi la mobilità. Permane purtroppo una forte crisi del settore, che aggiunta a quella dell'economia in generale crea non poche difficoltà per le politiche di ricollocazione”.

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