Utile Ubi Banca a 38 milioni
frenato dal calo dei tassi

Ubi Banca ha chiuso il primo trimestre con un utile di 38,1 milioni, in crescita del 56,6% rispetto ai 24,3 dello stesso periodo del 2009. Il dato risulta però in calo del 64,5% se non si tiene conto degli eventi non ricorrenti che avevano inciso negativamente sui conti del primo trimestre 2009 per 82,9 milioni (al netto della fiscalità e dei terzi) per effetto delle rettifiche di valore su partecipazioni disponibili alla vendita (75,4 milioni) e alla svalutazione di un hedge fund (8,6 milioni).

Per quanto riguarda il conto economico i proventi operativi sono scesi (a 853 milioni dai 996 dell'analogo periodo del 2009) per effetto principalmente della riduzione del margine d'interesse (meno 18,3%, a 533,3 milioni dai precedenti 652,9) che sconta il calo dei tassi di mercato e del differenziale, non compensato da una debole dinamica dei volumi legato alla debolezza della domanda, oltre alla ricomposizione di attivi e passivi verso forme tecniche a maggior durata, rispettivamente meno remunerative e maggiormente onerose.

Le entrate da commissioni nette sono salite dello 0,8% su base annua da 291,3 a 293,6 milioni: i mutamenti nelle commissioni legati alla scomparsa da luglio del «massimo scoperto» hanno determinato una riduzione dei relativi ricavi da 48,7 miloni a 30,1 milioni; anche il decremento delle commissioni legate all'attività economica è stato però compensato dal buon andamento delle commissioni relative al comparto titoli.

La chiusura di derivati di copertura relativi a mutui a tasso fisso estinti anticipatamente ha comportato un «rosso» nel risultato dell'attività finanzaria (4,9 milioni contro i precedenti più 19,3 milioni). Il risultato della gestione assicurativa risulta nullo dato che dopo la cessione a fine dicembre del controllo di Ubi Assicurazioni la società non viene più consolidata integralmente e i relativi utili sono compresi tra le partecipazioni valutate a patrimonio netto.

La riduzione dei proventi operativi non è compensata dalla riduzione dello 0,4% anno su anno negli oneri opeativi a 617 milioni.


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