Lavoratori Inps: via alla protesta
Un'ora di sciopero fino al 15 luglio

I lavoratori Inps di Bergamo hanno deciso, l'11 giugno scorso, che l'ora della protesta è arrivata: hanno cominciato la mobilitazione oggi, mercoledì 23 giugno, con presidio e volantinaggio di un'ora, dalle 10 alle 11, fuori dalla sede centrale dell'istituto in viale Vittorio Emanuele.

Ogni mattina, fino al 15 luglio, l'agitazione verrà ripetuta con le stesse modalità con l'obiettivo di sensibilizzare l'utenza, informare del «grave stato di disagio che i dipendenti vivono a causa della riforma Brunetta, della manovra finanziaria e per la riorganizzazione dell'istituto».

Durante l'assemblea, a cui hanno partecipato praticamente tutti i lavoratori dell'Inps di Bergamo città, sono state espresse «forti perplessità rispetto ad una manovra economica che richiede sacrifici quasi esclusivamente ai lavoratori pubblici, di nuovo colpiti, "solito capro espiatorio" ed oggetto di una nuova grave campagna diffamatoria» (così si legge nel comunicato sindacale unitario).

I dipendenti dell'Inps di Bergamo hanno, poi, rivendicato il diritto al rispetto della loro dignità di lavoratori e la specificità del loro ruolo istituzionale di pilastro dello stato sociale. Dall'assemblea è emersa l'assoluta necessità di un percorso unitario di lotta, che oggi ha avuto il suo inizio.

Sui volantini informativi diffusi oggi al presidio si legge: «Inps sta attuando un progetto di modifica dell'assetto organizzativo che prevede la chiusura di sedi territoriali o il loro ridimensionamento. In futuro, i servizi oggi erogati dall'Inps saranno affidati sempre più a soggetti privati come enti bilaterali, associazioni, reti amiche (…)».

«Insieme alle venti sedi Inps interessate dalla sperimentazione, una per ogni regione, anche noi dipendenti della sede di Bergamo vogliamo denunciare una riorganizzazione attuata sulla base di un progetto appaltato all'esterno, a una società privata, evidenziando il pericolo di un ridimensionamento del ruolo e delle funzioni dell'Inps».

«Attraverso riforme legislative si vogliono sottrarre all'Inps competenze importanti come la cassa integrazione e la disoccupazione, per affidarle ai privati, con il rischio di determinare discriminazioni tra categorie di lavoratori più forti e più ricchi ed altre più deboli e non autosufficienti».

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