Diminuiti gli impianti di macellazione
Ma la sicurezza sanitaria è cresciuta

Diminuiti di numero negli ultimi anni ma migliorati sul fronte della sicurezza e delle condizioni igienico-sanitarie. E tutti a “Bollo CE”, autorizzati cioè alla commercializzazione di carni a livello europeo e non più solo in Italia. Questa, in estrema sintesi, la situazione attuale degli impianti di macellazione a ridotta potenzialità produttiva (cioè quelli con una “produzione” non superiore ai 20 capi bovini adulti alla settimana e ai mille all'anno) alla luce delle recenti novità introdotte dalla normativa comunitaria.

Dal primo gennaio 2010, infatti, la categoria degli stabilimenti di macellazione e sezionamento a “capacità limitata” hanno potuto proseguire l'attività esclusivamente dopo essere stati riconosciuti e quindi aver ottenuto “Bollo CE”, requisito prima previsto esclusivamente per gli impianti di livello industriale.

Nella Bergamasca attualmente sono 5 gli impianti di macellazione industriale (operativi ad Ardesio, Covo, Romano, Scanzorosciate, Nembro) e 93 quelli a ridotta potenzialità produttiva distribuiti su tutto il territorio. Questi ultimi erano 130 nel 2008, 150 del 2006 (anno in cui si cominciano a sentire i primi effetti della normativa comunitaria) e 180 del 2002. Una diminuzione questa che, come sottolinea anche Ettore Coffetti, presidente del Gruppo macellai dell'Ascom di Bergamo, si traduce anche in “una perdita di tradizione e professionalità, dal momento che i colleghi che hanno rinunciato al macello hanno archiviato anche una parte della propria storia ed esperienza che non potrà essere tramandata”.

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