Agricoltori in massa al Brennero
per difendere il made in Italy

Un camion carico di pesche provenienti dall'Argentina, passate dall'Olanda, certificate biologiche in Svizzera e mandate per la vendita in provincia di Verona, terra vocata a questo tipo di produzione. Ancora, pomodori olandesi per il Milanese; cosce di maiale dalla Germania e dall'Olanda destinati alle zone del Modenese; latte proveniente da diversi Paesi europei destinati alle tavole della Lombardia; prodotti freschi austriaci (con nomi italiani) diretti nel Sud d'Italia.

Sono solo alcuni delle centinaia di casi osservati in presa diretta, maertedì 6 luglio, da migliaia di allevatori, orticoltori, agricoltori della Coldiretti, arrivati da tutte le regioni - fra i quali oltre un centinaio dalla Bergamasca - capeggiati dal presidente nazionale Sergio Marini, in presidio al Brennero, per dire basta alle frodi e rilanciare la necessità inderogabile di un'etichettatura a favore della qualità del Made in Italy, che certifichi nel dettaglio la provenienza dei singoli ingredienti di un prodotto.

Durante il presidio, tramite le ispezioni alla frontiera delle forze dell'Ordine, sono venute alla luce storie da far venire i brividi nonostante il caldo afoso di questi giorni: «Siamo arrivati intorno a mezzogiorno, per dare il cambio ai nostri colleghi, e stiamo scoprendo di tutto e di più – ha detto Giancarlo Colombi, presidente Coldiretti Bergamo –, come carne di suini per la trasformazione in salumi dalla Germania, prodotti importati con false etichette di made in Italy e soprattutto latte, di varia provenienza, che finisce sulle nostre tavole o in prodotti caseari venduti come prodotti italiani». Leggi di più su L'Eco di mercoledì 7 luglio.


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