Indesit, rotte le trattative:
il 23 corteo a Fabriano

Un confronto difficile: anzi, di più ancora. Non può essere fotografata che in questi termini la situazione venutasi a creare per il piano di riorganizzazione Indesit dopo il vertice con l'azienda svoltosi venerdì a Roma. Un summit che ha registrato la rotta della trattativa prima ancora che questa potesse aprirsi.

Ed ora, la protesta tornerà in piazza: il 23 luglio con una manifestazione di tutti i lavoratori del gruppo Indesit a Fabriano, davanti alla sede della società. Nel frattempo, a Roma, giovedì prossimo le parti sono state convocate al ministero dello Sviluppo Economico.

Mentre a Bergamo, lunedì mattina, in concomitanza col vertice sulla Indesit con i politici (parlamentari e consiglieri regionali) richiesto dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, i lavoratori Indesit sfileranno per la città.

A Roma i delegati del gruppo di elettrodomestici di Fabriano e i rappresentanti sindacali dei lavoratori (tra questi, la Rsu di Brembate Sopra e i vertici di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil bergamasche, Ferdinando Uliano, Mirco Rota e Angelo Nozza) hanno avuto poco da dirsi. Con i primi che per discutere hanno chiesto al sindacato di soprassedere ai presidi organizzati da un mese ai cancelli delle due fabbriche destinate a chiudere, Brembate Sopra (oltre 400 lavoratori) e Refrontolo, nel Trevigiano (un centinaio di addetti); e i secondi che all'azienda hanno chiesto di ritirare la dichiarazione di chiusura delle fabbriche per cominciare a trattare un piano di ristrutturazione.

Posizioni che, come due linee rette, non hanno avuto alcuna possibilità di convergere. Così, dopo una serie di «ristrette», le due compagini si sono lasciate dopo che, preso atto della situazione, l'azienda ha annunciato la rottura delle trattative.

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