Settore edile in rivolta
contro la ritenuta d'acconto

Nato con l'intento di combattere l'evasione, il decreto che prevede la nuova ritenuta d'acconto del 10% e che interessa imprese e artigiani che lavorano nell'edilizia, rischia di rivelarsi un boomerang e ha già scatenato la reazione di costruttori e soprattutto dei piccoli imprenditori, che si vedrebbero erodere in partenza il già poco guadagno di questi tempi di crisi.

«In questo modo - dicono - è impossibile avviare la ripresa». Il decreto legge 78 del 31 maggio scorso, all'articolo 25 prevede infatti che la banca o l'ufficio postale che ricevono un bonifico di pagamento per lavori edili che accedono alle agevolazioni fiscali del 36 e del 55%, in pratica le ristrutturazioni e i lavori finalizzati al risparmio energetico, devono applicare sul bonifico una ritenuta d'acconto a titolo d'imposta del 10%.

Il provvedimento è partito già dal 1° luglio e ha già messo in allarme tutto il mondo legato all'edilizia: per l'erario le maggiori entrate a seguito di questo intervento sono quantificate attorno ai 300 milioni di euro nel 2010 e in 360 milioni nel 2011, ma anche il mondo bancario appare in difficoltà in questa prima fase, non avendo da subito il software per calcolare in automatico la ritenuta d'acconto.

«Si tratta di un provvedimento completamente negativo - spiega Paolo Ferretti, presidente Ance di Bergamo -, che non penalizza soltanto l'intera filiera del settore delle costruzione, ma indirettamente anche tutti i cittadini».

Leggi di più su L'Eco di Bergamo del 13 luglio

© RIPRODUZIONE RISERVATA