Meloni super a Calvenzano
Il successo sta anche nel liquore

Tempi duri per i meloni in Lombardia, ma non per quelli di Calvenzano. Mentre infatti afa e caldo torrido hanno messo a dura prova la produzione dei meloni in molte delle zone regionali maggioramente vocate (prime fra tutte le «roccaforti» Igp di Mantova e Cremona), con un crollo del 30% delle produzioni, il tipico «retato» della Bassa bergamasca non solo ha tenuto bene, ma ha incrementato una produzione che ormai supera i 50 quintali, ma soprattutto ha fatto ulteriori passi in avanti sul fronte della qualità del prodotto, con un lavoro di selezione molto severo da parte della Cooperativa Agricola di Calvenzano.

Grande soddisfazione quindi per il presidente della Cooperativa Beppe Facchetti e per il segretario Fabrizio Messaggi che insieme ad un manipolo di soci lungimiranti hanno favorito nel 2002 la rinascita della produzione in loco di questo frutto, conosciuto fin dagli anni della Belle Epoque anche oltre i confini italiani. Forma allungata, peso considerevole (anche oltre i 5 chili), scorza rugosa, non particolarmente dolce, da subito il melone bergamasco, oltreché «nature», è stato impiegato soprattutto per prodotti come le confetture e i preparati per gelato, ma il vero boom l'ha conosciuto l'anno scorso, grazie alla nascita del liquore al melone.

«Siamo partiti quasi per scommessa - spiega Messaggi - creando un prodotto di nicchia, che poteva essere gustato freddo come digestivo, ma anche per "correggere" gelati o macedonie. Col tempo invece il liquore al melone è diventato richiestissimo, tanto da "bruciare" in pochi mesi la prima produzione di sole 1.300 bottiglie. L'invito in giugno alla terza edizione del «Wine Festival di Montecarlo» ha fatto il resto, al punto che ora siamo stati bombardati di richieste, persino d'Oltreoceano, come alcuni ristoratori degli Stati Uniti, mentre anche grandi chef stellati italiani si sono accorti di noi».

Un successo inaspettato, che ha indotto la Cooperativa Agricola più antica d'Italia (è stata fondata nel 1887), quasi a decuplicare la produzione nel giro di soli 12 mesi: «A questo punto - aggiunge il segretario - credo che quest'anno passeremo a produrne diecimila bottiglie. Molti si sono già prenotati senza neppure avere la certezza del prodotto». Sul mercato se ne trovano di due tipologie: il «Capsula oro» (arricchita di pezzettini di melone) e il «Capsula blu» (filtrato) e il prezzo può variare (a seconda del rivenditore) dai 10 ai 13 euro.

Per saperne di più leggi su L'Eco di Bergamo del 4 agosto

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