Indesit, l'azienda blocca il confronto
I sindacati: «Impegni non rispettati»

Ennesimo stop nel confronto tra l'azienda Indesit e i sindacati nella discussione sul piano di investimenti e consolidamento delle attività produttive in Italia. «L'interruzione - afferma l'azienda in una nota - si è determinata oggi (3 agosto, ndr) in seguito al mancato rispetto da parte delle organizzazioni sindacali dell'impegno assunto lo scorso 15 luglio, presso il ministero dello Sviluppo Economico, a sospendere le azioni di protesta».

In sede ministeriale le parti si erano infatti impegnate a riprendere la discussione sul Piano industriale Italia Indesit con «le funzioni operative ristabilite in tutti gli stabilimenti». «La decisione sindacale di procedere ad un nuovo blocco dei magazzini dello stabilimento Indesit di Brembate - si legge nella nota - rappresenta una grave violazione degli accordi che, impedendo la consegna dei prodotti ai clienti, colpisce produzioni già in difficoltà e mette a rischio lo sviluppo stesso del progetto di loro consolidamento e i relativi investimenti. Essendo quindi venuta meno la condizione per il proseguimento di un sereno confronto, l'azienda - conclude la nota - considera annullato l'incontro tra le parti programmato per il 3 settembre e si riserva di valutare autonomamente ogni ulteriore iniziativa».

Immediate le contestazioni dei sindacati. «La decisione di Indesit di annullare l'incontro del 3 settembre è grave e non rispetta gli impegni assunti in sede ministeriale - spiegano dalla Cisl -. L'incontro sindacale che doveva svolgersi il giorno 26 luglio, rinviato il giorno 3 settembre, è stato poi annullato a fabbrica “chiusa “ con una motivazione pretestuosa che fa pensare ad una volontà precisa di non voler discutere e confrontarsi con le organizzazioni sindacali sul “Piano Industriale Indesit Italia”. Dopo il verbale di riunione del 15 luglio, nello stabilimento di Brembate sono riprese per due settimane le attività produttive. In questo periodo la gestione delle iniziative di protesta, sciopero e presidio, sono continuate nel rispetto di quanto pattuito al Ministero. Nel verbale di riunione non ci sono impegni di sospensione delle legittime azioni di protesta, visto che Indesit mantiene la posizione di chiudere lo stabilimento, ma di “ristabilire le funzioni operative negli stabilimenti”. Cosa ampiamente garantita, dalle organizzazioni sindacali, dalla RSU e dai lavoratori, visto che abbiamo consentito la spedizione di un quantitativo necessario a permettere il funzionamento produttivo dello stabilimento».

Secondo la Cisl «nei 10 giorni di attività sono state prodotte 26564 lavatrici, nel pieno rispetto dei parametri di produttività e qualità. Sono 27202 le lavatrici che sono state spedite, più di quelle prodotte, consentendo nel concreto di soddisfare ampiamente i clienti finali. In particolare in 10 giorni si è spedito quasi il doppio di quanto spedito mediamente nei mesi precedenti. Inoltre in questi giorni abbiamo ribadito alla direzione aziendale la nostra piena disponibilità a riprendere l'attività lavorativa nel mese di agosto di un paio di giorni, accorciando la fermata, per consentire nel mese un ulteriore periodo di produzione e spedizione. Proposta che non è stata presa in considerazione dalla direzione aziendale di Brembate. Nei giorni di chiusura, abbiamo anche accettato che circa 30 persone svolgessero le attività di completamento della produzione e di manutenzione per consentire il riavvio degli impianti il 25 agosto».

Della stessa opinione la Uil: «La decisione della Indesit di non partecipare all'incontro già programmato per il 3 settembre prossimo a Roma rappresenta un fatto grave che impone a questo punto a tutte le parti in causa scelte di responsabilità - dichiara il segretario provinciale Angelo Nozza -. Ora lo scopo deve essere quello di rimettere in piedi un percorso condiviso: proprio ieri la Uilm, anche attraverso il proprio segretario nazionale Rocco Palombella, ha ribadito la propria disponibilità. Ciascuno adesso si assuma le proprie responsabilità: l'auspicio è che possano ricrearsi le condizioni per proseguire un confronto indispensabile per tutti i lavoratori degli stabilimenti bergamasco e trevigiano».

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