Sciopero alla Lupini Targhe
La Cgil:«Stipendi pagati tardi»

Una giornata di sciopero si è svolta oggi 6 settembre alla Lupini Targhe di Pognano a causa, fa sapere la Cgil, del ritardo con cui vengono pagati gli stipendi ai lavoratori e domani, 7 settembre, si terrà una nuova assemblea dei lavoratori. «Dall'azienda solo diktat, malgrado i mesi di disagi per i lavoratori pagati tardi», scrive in un comunicato il sindacato guidato da Gugliemo Epifani. Secondo la sigla sindacale da mesi gli stipendi arrivano in ritardo ai circa 180 lavoratori dell'azienda metalmeccanica specializzata da oltre mezzo secolo nella lavorazione di stemmi e targhe per il settore automobilistico.

«Dall'inizio dell'anno proteste e scioperi si sono ripetuti davanti ai cancelli di via delle Gere, dove, di nuovo, oggi i lavoratori hanno svolto un presidio e incrociato le braccia per 8 ore», sostiene la Cgil. Poco dopo le 11 di questa mattina si è svolto un breve incontro tra sindacati e direzione, per la quale erano presenti l'amministratore delegato Vanessa Zaniboni e il direttore dello stabilimento Maurizio Monopoli.

«Dall'azienda oggi sono arrivati solo diktat, malgrado tutti i mesi di salari pagati in ritardo che hanno colpito i lavoratori - ha detto Claudio Ravasio della Fiom-Cgil di Bergamo -. L'azienda ha comunicato, senza margine di discussione, che intenderebbe anticipare l'acconto dello stipendio il giorno 10 di ciascun mese, per poi corrispondere il saldo a fine mese. Ha, inoltre, avanzato due richieste precise: vuole che si riprenda a svolgere gli straordinari in produzione (noi li avevamo bloccati in segno di protesta contro i ritardi degli stipendi sin dall'inizio dell'anno) e ha intenzione di ridurre i costi di impiegati e operai non direttamente addetti alla produzione utilizzando, a nostro avviso impropriamente, il contratto di solidarietà».

Una strategia che secondo il sindacato mira a «lasciare a casa personale in rotazione per una pura operazione contabile che proprio non sta in piedi nemmeno dal punto di vista organizzativo. Quello dell'azienda è stato un prendere o lasciare, visto che è avvenuto dietro la minaccia di chiudere lo stabilimento, dove lavorano quasi 200 persone. È inaccettabile». Domani i contenuti dell'incontro di questa mattina con la Direzione verranno illustrati e sottoposti al voto dei lavoratori durante un'assemblea prevista dalle 13 alle 14.

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