Assegni ai nuclei familiari
La Nidil-Cgil ricorre in tribunale

È partita da Bergamo, dagli uffici Nidil-Cgil, la segnalazione di una contraddizione non irrilevante per i lavoratori somministrati a tempo indeterminato e per la loro fruizione degli assegni al nucleo famigliare. A Roma, i sindacati degli atipici sono stati subito d'accordo, tanto che le strutture nazionali di Nidil-Cgil, Felsa-Cisl, Cpo-Uil e Assolavoro (Associazione di rappresentanza delle Agenzie per il lavoro, aderente a Confindustria) hanno inviato una richiesta ufficiale all'Inps.

Ora, Nidel-Cgil di Bergamo ha formalmente fatto ricorso al tribunale di Bergamo. Secondo una circolare dell'Istituto nazionale di previdenza sociale del 2006, infatti, i lavoratori somministrati a tempo indeterminato (assunti alle dipendenze dell'agenzia e a disposizione dell'agenzia per possibili diverse missioni lavorative) non avrebbero diritto agli assegni al nucleo familiare per i periodi di disponibilità indennizzati dall'agenzia.

Per chi è assunto a tempo indeterminato i periodi tra una missione lavorativa e la successiva sono indennizzati dall'agenzia con un'indennità di 700 euro su base mensile. Ciò che, tuttavia, ha insospettito Nidil-Cgil di Bergamo è il fatto che sull'importo dell'indennità di disponibilità la stessa circolare Inps prevede il versamento dell'intero contributo previdenziale (sia la quota a carico del lavoratore sia la quota a carico dell'agenzia).

«L'amara sorpresa l'hanno avuta alcuni lavoratori somministrati a tempo indeterminato dipendenti di un'agenzia per il lavoro bergamasca - spiega Mauro Rossi, segretario generale provinciale del sindacato degli atipici Cgil - Di fronte a questa contraddizione, tecnica eppur rilevante, Nidil-Cgil, Felsa-Cisl, Cpo-Uil e Assolavoro nazionali hanno inviato una richiesta ufficiale all'Inps al fine di modificare l'indirizzo preso».

«L'Inps, sentito l'Ufficio legislativo del Ministero del lavoro, ha ribadito la sua posizione: gli assegni familiari non si pagano nei periodi di disponibilità. A nulla è servito il ricorso al comitato provinciale dell'Inps attuato dall'Inca di Bergamo. Di fronte al paradosso di questa situazione abbiamo ora deciso come Nidil-Cgil di ricorrere legalmente nei confronti dell'Inps».

«Ci sembra assurdo che il diritto agli assegni famigliari sia sostanzialmente universale (spetta a lavoratori dipendenti, collaboratori coordinati continuativi, cassaintegrati, disoccupati) e che gli unici esclusi siano i lavoratori somministrati a tempo indeterminato in disponibilità, nonostante il pagamento della contribuzione previdenziale piena».

«Ci auguriamo che sia chiarita a favore dei lavoratori questa contraddizione, anche perché lo strumento della somministrazione di lavoro a tempo indeterminato (oggi ancora poco diffusa) è destinato ad aumentare notevolmente nei prossimi anni. Il Ccnl delle Agenzie di somministrazione ha infatti introdotto, a partire dal luglio 2008, il diritto alla trasformazione dei contratti di somministrazione a tempo determinato in contratti di somministrazione a tempo indeterminato dopo 36 mesi (se continuativi) o 42 mesi (se discontinui) di lavoro somministrato con la medesima agenzia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA