Svolta nei contratti di solidarietà
Bergamo, scongiurati 250 esuberi

«La provincia di Bergamo, nell'ultimo anno, è diventata uno dei territori più fertili nell'applicazione dei Contratti di Solidarietà, uno degli strumenti di ammortizzamento sociale più interessanti e meno utilizzati anche in questo periodo di fortissima crisi occupazionale». Ferdinando Uliano ha presentato così mercoledì, in una conferenza stampa, i dati raccolti dalla Fim Cisl di Bergamo e relativi alla CdS dei vari territori della Regione Lombardia.

«Fino all'anno scorso i dati relativi alla Solidarietà erano a dir poco scandalosi. Solo Brescia ha sempre cercato di applicare il contratto di solidarietà con una certa continuità. Le altre province lo hanno praticamente ignorato». Così come a Bergamo dove, per tutto il 2009, sono stati firmati 2 soli contratti contro i 13 dei «cugini».

«Questa situazione è senz'altro figlia di una certa ignoranza che anche nel settore industriale continua a permanere: si è sempre visto il contratto di solidarietà come una soluzione complicata e rigida, mentre invece è il sistema che maggiormente tutela occupazione e difesa del salario».

Il 2010 ha rappresentato una svolta positiva, anche grazie ad alcune norme che hanno reso ulteriormente flessibile l'ammortizzatore e incentivato il suo uso, aumentando fino all'80% la copertura salariale e al 60 % la quota oraria. E infatti, anche a Bergamo, su forte pressione sindacale, il Contratto di Solidarietà è letteralmente schizzato in testa alle preferenze degli accordi sindacali: nei soli primi mesi di quest'anno ben 13 intese rientrano in questo campo, coinvolgendo quasi 600 lavoratori e salvando il posto a circa 250 esuberi.

«Riteniamo – conclude Uliano – che le prossime crisi siano da affrontare con strumenti che ripartiscano il lavoro e creino minori impatti sul tessuto sociale; a tal proposito auspichiamo che gli accordi in Contratto di Solidarietà non riguardino solo la difesa dei posti di lavoro, ma che, anche grazie a una revisione delle norme che al momento non facilitano, si possano attivare anche intese in espansione, come succede in Germania, dove si è riusciti a intervenire in favore di una minore disoccupazione giovanile».

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