La Frattini decide di chiudere
Mobilità per 88 lavoratori

“Un fulmine a ciel sereno”. Così Emanuele Fantini, della FIM CISL, ha commentato la notizia che preoccupava l'ambiente della Frattini: l'azienda ha deciso di avviare la procedura di mobilità per gli 88 dipendenti di Seriate.

“Un fulmine a ciel sereno”. Così Emanuele Fantini, della FIM CISL, ha commentato l'ufficialità della notizia che da qualche giorno circolava e preoccupava l'ambiente della Frattini: con un fax freddo e burocratico i liquidatori questa mattina hanno avvisato le Organizzazioni Sindacali che l'azienda ha deciso di avviare la procedura di mobilità per tutti gli 88 dipendenti dello stabilimento di Seriate. Il secco linguaggio burocratico cozza naturalmente con la preoccupazione e l'opposizione sindacale.

“La FIM CISL – continua Fantini -si contrappone in modo forte alla scelta di aprire una procedura di mobilita in quanto ritiene ci siano oggi altri strumenti che possono essere utilizzati per aiutare i lavoratori Frattini e per favorirne la ricollocazione. La CIG in deroga, della quale oggi abbiamo garanzie che sarà prorogata anche per il 2011, ad esempio va in questa direzione. Sappiamo che sarà probabilmente prevista la possibilità dell'utilizzo della CIG in deroga anche per crisi strutturali per cui anche i lavoratori della Frattini potrebbero usufruirne e che potrebbe arrivare fino a 12 mesi di copertura. È necessario chiedere un incontro urgente al liquidatore, dott. Carrara, che per altro stiamo cercando da alcune settimane senza alcun risultato, perche si voleva fare il punto della situazione per affrontare le importanti questioni sul tavolo delle trattative. Sarà anche nostro compito necessario convocare al più' presto l'assemblea dei lavoratori per valutare la situazione. Confidiamo ne fatto che, al di là del linguaggio crudo del fax dell'azienda, esistano ancora margini per una discussione in grado di offrire soluzioni alternative sul tema della salvaguardia dell'occupazione”.

“Ci aspettavamo, ce l'avevano fatto credere, una soluzione che garantisse l'occupazione anche per la novantina di lavoratori in forza che non erano stati ricollocati in Frattini Tech, azienda frutto della cessione del cosiddetto ramo d'azienda - spiega Margherita Dozzi della Fiom Cgil di Bergamo - . La doccia fredda di oggi conferma l'incapacità del liquidatore di vendere il ramo rimanente ‘conto terzi': tutto questo convalida quanto sostenuto da mesi dalla Fiom rispetto alla cessione impropria del primo ramo d'azienda diventato Frattini Tech. Abbiamo sempre avuto il sospetto che quanto non venduto subito fosse destinato a non esserlo mai, svuotato, nel tempo, della capacità produttiva e d'innovazione. Si è puntato, sin dall'inizio, sul ramo venduto facendoci credere che la Frattini fosse divisibile in rami d'azienda: questo per noi non è mai stato credibile, perché riteniamo che il cuore dell'attività Frattini sia stato svenduto nella prima operazione di cessione. Ora, dall'annuncio dell'apertura della procedura di mobilità di oggi abbiamo tempo 75 giorni, come prevede la legge, per convincere il liquidatore a ritirare i licenziamenti e ad utilizzare la cassa integrazione in deroga per cercare attivamente prospettive occupazionali per gli 88 lavoratori coinvolti”.

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