Bianchi perde il marchio Legnano
ma è pronta a rilanciare Chiorda

Addio Legnano. La Bianchi di Treviglio perde uno dei suoi marchi di biciclette più prestigiosi e carichi di storia ma decide subito di passare al contrattacco rispolverandone un altro altrettanto antico e ricco di suggestioni per i bergamaschi: Chiorda.

Addio Legnano. La Bianchi di Treviglio perde uno dei suoi marchi di biciclette più prestigiosi e carichi di storia ma decide subito di passare al contrattacco rispolverandone un altro altrettanto antico e ricco di suggestioni per i bergamaschi: Chiorda, che deve le sue origini proprio a Noris Chiorda, il corridore di Albino dei primi Novecento, che gareggiò contro Costante Girardengo e il «diavolo Rosso» Giovanni Gerbi.

Un cambio di strategia affascinante per quanto riguarda il rilancio della bici orobica con cui Gimondi vinse il suo primo Giro d'Italia, ma che immalinconisce un po' se si pensa alla perdita del mitico telaio «verde Legnano» con cui Gino Bartali trionfò nel Tour de France del 1948, contribuendo a smorzare le tensioni seguite all'attentato a Togliatti.

Prima ancora dei grandi successi di Bartali e Coppi (che in sella raggiunse il record dell'ora), il nome Legnano è indissolubilmente legato a un altro campionissimo: Alfredo Binda, che trionfò in 5 edizioni del Giro d'Italia. Nel 1930 l'organizzazione del Giro lo pagò 22.500 lire perché non partecipasse (adducendo la manifesta superiorità): a quel punto Legnano divenne famosa in tutto il mondo.

La decisione di separarsi da Legnano arriva dopo la sentenza del Tribunale civile di Milano a cui si erano rivolti gli eredi milanesi di Emilio Bozzi, creatore un secolo fa della fabbrica di bici, per riavere indietro il marchio dopo che oltre vent'anni fa venne dato in licenza alla Bianchi.

Non soddisfatti per come è stato sfruttato il brand in questi anni, gli eredi Bozzi, dopo un tentativo di commercializzazione nel 2008 sospeso dai giudici su richiesta di Bianchi, hanno stavolta chiesto e ottenuto la restituzione del marchio dal tribunale, che ha inibito alla Bianchi «di continuare a produrre, commercializzare e utilizzare in qualsiasi modo il marchio Legnano».

Pur rammaricandosi, l'azienda di Treviglio ha già pronta la risposta: rilancerà la commercializzazione del marchio Chiorda, ricalcando tutta la gamma finora allestita per Legnano e prodotta interamente negli stabilimenti francesi del gruppo Cycleurope, di cui fa parte Bianchi.

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