Gli ambulanti preoccupati:
nel 2010 perdite fino al 20%

Gli ambulanti bergamaschi sono preoccupati dal calo dei ricavi: nel 2010, per reggere l'urto della concorrenza, si sono registrate perdite fino al 20%. Ma ha inciso anche il maltempo: e, dicono, servono strutture coperte e nuove idee per rilanciare la categoria.

Gli ambulanti bergamaschi sono preoccupati dal calo dei ricavi: nel 2010, per reggere l'urto della concorrenza, si sono registrate perdite fino al 20%. Ma ha inciso anche il maltempo: e, dicono, servono strutture coperte e nuove idee per rilanciare la categoria.

Insomma, scrive l'Anva, l'associazione di categoria di Confesercenti, sono tempi facili per i venditori ambulanti, stretti tra le difficoltà economiche e le novità che saranno introdotte dall'applicazione della direttiva Bolkenstein, che modificherà la regolamentazione dell'attività.

Il primo dato negativo del 2010 è stato il meteo, che ha penalizzato gli ambulanti bergamaschi. «Il brutto tempo ci ha danneggiato - spiega Giulio Zambelli, presidente di Anva Confesercenti Bergamo -: un operatore che ha in media cinque mercati settimanali (quindi circa 250 giorni lavorativi annuali) ne ha persi commercialmente oltre 50 a causa di pioggia e freddo che hanno segnato gran parte dell'anno, senza contare il clima quasi siberiano nella parte finale del 2010. In futuro bisognerà pensare a interventi sulle infrastrutture, ad esempio progettando mercati coperti».

L'altro grande problema è la perdita di attrattività dei mercati. Il 2010 ha fatto registrare un dato medio nazionale di perdita sui ricavi che oscilla dal 12 al 20%, dovuta soprattutto al fatto che la percentuale di ricavo sui prodotti si è notevolmente ridotta per favorire gli acquisti da parte dei consumatori e, al tempo stesso, per non perdere la qualità della merce venduta, mantenendo così una adeguata concorrenzialità rispetto alle catene di franchising che propongono prodotti similari. Urge perciò un intervento a sostegno della categoria.

«Serve una riforma vera e propria degli studi di settore - prosegue Zambelli - che tenga conto del calo dei consumi, del fattore clima e anche della forte concorrenza sleale, anche in virtù di fenomeni nuovi, come ad esempio i mercatini e il baratto. Tramite azioni di comunicazione e marketing bisognerà poi restituire fascino al commercio ambulante e ai suoi mercati, per farne risaltare l'unicità nell'attenzione al cliente».

La direttiva Bolkenstein – L'Italia ha recepito la direttiva Bolkenstein, che riordinerà il settore del commercio e del turismo. Le novità interessano anche gli ambulanti. «La direttiva segna un'apertura del mercato anche alle società di capitali – osserva Zambelli – Ma non c'è il timore dell'inserimento della grande distribuzione, anche perché in ogni caso nessuno potrà occupare più di due piazzole. Cambierà anche il meccanismo di rilascio della licenza itinerante: non più dal Comune di residenza ma da quello dove ha sede l'attività. Anche su questo punto siamo tranquilli, al massimo si porrà qualche problema in più per i controlli».

L'aspetto più delicato riguarda il rinnovo delle concessioni decennali, che fino ad ora avveniva automaticamente alla scadenza. Forse non sarà più così, in ogni caso ci sarà tempo fino al 2015 per trovare una soluzione. «Bisognerà ridefinire i criteri per l'assegnazione, visto che salterà il principio dell'anzianità – continua Zambelli – Ci sono varie soluzioni allo studio, tra cui quella di istituire corsi di formazione cui ci si dovrà iscrivere per rinnovare la licenza. Ma tra le ipotesi c'è anche lo stralcio della posizione degli ambulanti, quindi la questione è tutta da giocare».

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