Referendum, appello di Fim-Cisl
Bresciani (Cgil): votate quattro sì

Anche quattro segretari della Fim-Cisl di Bergamo hanno firmato l'appello firmato l'appello alla partecipazione e a votare quattro «sì» ai referendum popolari del 12-13 giugno. Sono Ferdinando Uliano, Emanuele Fantini, Luca Nieri e Valentino Gervasoni.

Anche quattro segretari della Fim-Cisl di Bergamo hanno firmato l'appello firmato l'appello alla partecipazione e a votare quattro «sì» ai referendum popolari del 12-13 giugno. Ferdinando Uliano, Emanuele Fantini, Luca Nieri e Valentino Gervasoni hanno posto la loro firma sul documento a titolo personale, così come hanno fatto anche altri 89 su 134 componenti il consiglio generale nazionale della Fim-Cisl. Documento che comunque è stato condiviso da tutta la segreteria Fim.

«I firmatari - si legge nel testo -, sindacalisti metalmeccanici componenti il Consiglio Generale della FIMCISL, nel rispetto della libertà di scelta e della pluralità di opinioni, invitano (a titolo personale) i lavoratori iscritti al nostro sindacato ad andare a votare il 12 e 13 giugno e a votare SI a tutti e quattro i quesiti referendari.

Riteniamo che un bene essenziale come l'acqua (quesiti referendari n.1 e n.2) non possa trasformarsi in una merce ed essere imbrigliato nelle regole del mercato e della finanza. L'acqua è un "bene comune" e, come tale, non può essere privatizzata.

Riteniamo che la realizzazione di nuove centrali nucleari (quesito referendario n.3), oltre i problemi di sicurezza emersi con l'incidente di Fukushima in Giappone, sia oggi una scelta rivolta al passato e economicamente insostenibile. Pensiamo che investire nell'efficienza energetica e nella filiera delle energie rinnovabili sia una scelta strategica sul piano ambientale, economico e occupazionale.

Riteniamo, sul legittimo impedimento (quesito referendario n.4), che in una moderna e compiuta democrazia tutti i cittadini debbano essere uguali di fronte alla legge, aldilà del ruolo che ricoprono».

In vista dell'appuntamento referendario di domenica e lunedì prossimi, vi invio la lettera aperta a firma di Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della CGIL di Bergamo.

La Cgil - si legge in una lettera aperta del segretario bergamasco Luigi Bresciani - «sul tema dell'acqua pubblica è stata in prima fila, insieme con il comitato promotore del quesito referendario, per sostenere l'abrogazione delle norme che attualmente consentono di affidare la gestione dei servizi pubblici locali ad operatori economici privati. La Cgil invita a votare due sì per abrogare queste norme.

Sugli altri due quesiti che riguardano l'abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare e quelle in materia di legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei Ministri e dei ministri a comparire in udienza penale, voglio esprimere pubblicamente il mio invito a votare altri due sì.

L'invito è comunque di andare a votare. Il referendum è uno strumento democratico in mano ai cittadini, non deve essere sprecato e un Sindacato non può mai invitare a non votare, perché significherebbe sottrarsi ad una responsabilità democratica. Buon voto a tutti».

«L'acqua è un bene di tutti - scrive il consigliere regionale Valerio Bettoni - e nessun privato può metterci su le mani. Questa materia prima, fornitaci da madre natura, deve restare pubblica: è una scelta che non ho maturato tatticamente o strategicamente alla vigilia di questo importante voto, per calcolo di consensi. Sono sempre stato per l'acqua pubblica e l'ho dimostrato alla guida della Provincia, varando “Uniacque”, società creata proprio per scongiurare evidenti appetiti da parte di coloro che sull'acqua volevano e vorrebbero farci speculazioni.

Del resto anche Mediobanca ha dichiarato che la gestione e il costo dell'acqua in Lombardia e nella Bergamasca sono tra i migliori in Europa e alle condizioni più vantaggiose per i consumatori. Dunque, perché cambiare? Ora è venuto il momento di tradurre in un gesto politico la volontà di mantenere pubblica l'acqua. È un voto di responsabilità, che riguarda tutti noi, nessuno escluso. Se non esercitiamo il nostro diritto di voto, finiamo per fare un diretto favore a chi poi passerà alla cassa e ci presenterà il conto, perché i privati non si muovono per altruismo o per improvvisi slanci generosi verso la collettività. Quello che investono, lo vogliono recuperare – com'è normale nel privato – con gli interessi.

Ed è per scongiurare tale rischio che bisogna dire e votare un “sì” convinto e forte in questo referendum. Diciamo e votiamo “sì” al mantenimento delle acque in mani pubbliche. Non laviamocene le mani, ma difendiamo, tuteliamo e facciamo di tutto perché l'ente pubblico assicuri e garantisca l'efficienza nella gestione del ciclo completo delle acque».


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