Confindustria, la Lega non c'è
Un'assenza che fa molto rumore

La più partecipata assemblea che la storia degli industriali bergamaschi ricordi. Ma con qualche assenza che fa rumore. Nessun esponente leghista presente: deputati, consiglieri regionali, assessori provinciali, segretari politici. Niente di niente.

La più partecipata assemblea che la storia degli industriali bergamaschi ricordi. Ma con qualche assenza che fa rumore. Nessun esponente leghista presente: deputati, consiglieri regionali, assessori provinciali, segretari politici. Niente di niente.

Il parlamentare Giacomo Stucchi, molto considerato dal mondo industriale, aveva comunque avvertito della sua assenza: il presidente della Provincia Ettore Pirovano era impegnato in aula in Via Tasso. Tutto legittimo, per carità, ma ai più è apparso decisamente singolare che il primo partito della Bergamasca. non fosse rappresentato da esponente alcuno. Va comunque detto che, vista l'aria, la politica si è tenuta prudentemente al largo dall'hangar di Orio al Serio, soprattutto quella di centrodestra.

Parlamentari del Pdl nessuno (e sarebbe stato interessante sul caso Ubi vedere Giorgio Jannone alle prese con le slides di Emilio Zanetti), ma il segretario provinciale Carlo Saffioti, l'assessore regionale Marcello Raimondi e il sindaco Franco Tentorio comunque c'erano. A differenza del Carroccio.

Alla fine di deputati ne abbiamo contati due: Giovanni Sanga per il Pd (rappresentato anche dal consigliere regionale Mario Barboni) e il dipietrista Gabriele Cimadoro. «Dispiace, perché in questo momento c'è proprio da lavorare senza divisioni», il commento di Andrea Moltrasio, past president degli industriali bergamaschi. Che un passaggio sulle slides Ubi lo fa: «Dimostrano che la banca è forte: per cui basta polemiche, cerchiamo di vederne la forza e di usarla».

Quella forza che non è mancata ad Emma Marcegaglia: «È una lottatrice», commenta Moltrasio. Talmente nella parte da non lesinare una stoccata dal palco ad «Alberto», ovvero a Bombassei. Imbarazzo in sala, gelo del presidente di Brembo (che non applaude praticamente mai la numero uno di Confindustria nel suo intervento) e chiarimento repentino sotto il palco. Galeotta una frase sulla supposta «poca democrazia nell'accordo del 28 giugno» che le agenzie attribuiscono a Bombassei e che lui invece smentisce. Fermamente e categoricamente. Il più classico dei qui pro quo o un gioco della parti? Il dubbio rimane, considerato che la Marcegaglia e Bombassei erano seduti fianco a fianco e quindi il chiarimento poteva avvenire (come dire) in privato e non via palco. Nella concitazione, una sola cosa sembra chiara: il numero uno di Brembo viene ufficialmente investito per il dopo Marcegaglia da Gianfelice Rocca. Anzi due: i rapporti tra Bombassei e la presidente ormai in scadenza sembrano sul freddino andante.

Dino Nikpalj

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