La Prefabbricati Cividini Spa
sarà incorporata dalla Rdb

Fusione per incorporazione. È la strada scelta dal gruppo piacentino del settore prefabbricati Rdb Spa per la Prefabbricati Cividini Spa nell'ambito del piano di riorganizzazione e risanamento in atto. Il cda di Rdb ha deliberato la proposta. 

Fusione per incorporazione. È la strada scelta dal gruppo piacentino del settore prefabbricati Rdb Spa per la bergamasca Prefabbricati Cividini Spa nell'ambito del piano di riorganizzazione e risanamento in atto. Venerdì scorso il consiglio di amministrazione di Rdb ha deliberato la proposta di fusione per incorporazione di Prefabbricati Cividini, operazione che, ora, passa all'esame delle prossime assemblee straordinaria e ordinaria convocate per metà di novembre.

L'operazione, come si legge nel progetto di fusione, si concretizzerà di fatto con l'inglobamento degli assets della società bergamasca nella capogruppo visto che alla stessa Rdb fa capo l'intero pacchetto azionario della società bergamasca. L'operazione, in pratica, ripercorre la strada allo stesso modo intrapresa a giugno scorso per altre due società del gruppo Rdb, la Rdb Casa Spa e la Copre srl. Ovviamente l'operazione d'incorporazione di Prefabbricati Cividini è vista con diffidenza dai rappresentanti dei lavoratori. Il sindacato, infatti, critica questa scelta in quanto letta come anticamera della «cancellazione definitiva della realtà di Osio».

Angelo Chiari, della Filcem-Cgil, Mario Colleoni della Feneal-Uil e Silver Facchinetti della Filca-Cisl sono lapidario: «Per noi il progetto d'incorporazione è assolutamente negativo». Di fatto, lamentano come la ristrutturazione del gruppo predefinisca la chiusura di Cividini. «È un'operazione prettamente finanziaria - spiega Chiari - dove con i debiti di Cividini, nel gruppo Rdb si assorbe l'intero capitale sociale di un milione di euro».

Guardando ai progetti di risanamento del gruppo Rdb, le «cattive notizie», per i lavoratori, erano già emerse nelle scorse settimane, quando all'incontro con il ministero dello Sviluppo economico l'azienda aveva portato il progetto di chiusura entro la fine dell'anno di sei stabilimenti: oltre ad Osio anche quelli di Montepulciano (Siena), Occimiano (Alessandria), Lomello (Pavia), Lomagna(Lecco), Villafranca (Verona) e Bitetto (Bari). Il tutto prevedendo la cessazione di circa 600 posizioni lavorative. E per i circa 150 addetti di Osio scatterebbe la copertura degli ammortizzatori sociali.

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