Ubi Banca, riassetto: 84 chiusure
Ma non in provincia di Bergamo

Ottantaquattro chiusure tra filiali e minisportelli, cui vanno aggiunte 38 trasformazioni da filiali a minisportelli. È il complesso dell'intervento distribuito su tutto il territorio nazionale, ma che non riguarda Bergamo, annunciato dalla direzione del gruppo Ubi Banca.

Ottantaquattro chiusure tra filiali e minisportelli, cui vanno aggiunte 38 trasformazioni da filiali a minisportelli. È il complesso dell'intervento distribuito su tutto il territorio nazionale, e spalmato su quasi tutte le proprie banche reti, annunciato dalla direzione del gruppo Ubi Banca ai sindacati dei bancari. Piano che avrà efficacia dal 24 febbraio.

Si tratta di un intervento consistente, che di fatto riguarda - in termini di chiusure - il 4,4% della rete complessiva del gruppo Ubi. Il 6% della stessa se si tiene conto delle trasformazioni da filiali a minisportelli. Certo, l'intervento di razionalizzazione era previsto e atteso anche dagli stessi sindacati, nell'ambito del piano industriale 2011/2015 previsto dal gruppo bancario di piazza Vittorio Veneto.

I numeri dell'intervento, però, pare siano stati recepiti con un po' di sorpresa, nonostante, a ben guardare, siano meno impattanti rispetto ad al piano di riorganizzazione similare che fu elaborato nel maggio del 2010 quando furono interessate 200 sedi con 99 chiusure e 101 trasformazioni da filiali a minisportelli. E allo stesso modo, il piano presentato dall'azienda, rispetto a quello attuato nel 2010, pare non prevedere un impatto dal punto di vista occupazionale.

Stando ai contenuti della nota Ubi, infatti, la manovra annunciata «non comporta, di per sé, tensioni occupazionali» anche se, confermano dalla stessa capogruppo, «potrà determinare l'adozione di misure di mobilità territoriale» generalmente indirizzate «verso le filiali territorialmente vicine o le cosiddette filiali madre».

Per distribuzione aziendale e territoriale, il nuovo piano di riassetto impatta relativamente la Banca Popolare di Bergamo (prevedendo la chiusura di sole tre filiali: una a Como e due in provincia di Varese, per la precisione a Luino e a Besozzo, con un percorso che, è stato specificato, potrebbe prevedere una prima trasformazione da filiale a minisportello) e non prevede interventi in provincia di Bergamo.

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