Macef, tra luci e qualche ombra
Ma resta una vetrina per il rilancio

C'è chi è soddisfatto dei risultati e chi pensa di abbandonare la fiera. Sono le voci contrapposte che emergono dal viaggio fra gli stand di alcuni dei 24 espositori bergamaschi che partecipano al Macef.

C'è chi è soddisfatto dei risultati e chi pensa di abbandonare la fiera. Sono le voci contrapposte che emergono dal viaggio fra gli stand di alcuni dei 24 espositori bergamaschi che partecipano al Macef, il salone internazionale della casa che chiude domenica 29 gennaio a Milano.

Alcuni si dicono comunque soddisfatti, come la Mazzoleni T. & C. (Mapello) che vende oggettistica in legno, partecipa a entrambe le edizioni e nel 2011 ha fatturato un più 3%. Altri invece sono dubbiosi. «Dopo 30 anni di fiera credo che non verremo più», dice Sergio Gori della Falpa di Seriate. «Noi vendiamo quadri d'autore e cornici ma qui in fiera non vediamo più né gente né interesse. Mentre fuori stiamo continuando a vendere piuttosto bene». Alcuni bergamaschi hanno già scelto per altre fiere internazionali, come la Out-look Design di Presezzo che dopo il Macef di settembre ha preferito la Home di Londra di metà gennaio.

C'è chi è in fiera e sta riflettendo, come la Eliplast di Verdellino. «Da 10 anni il Macef ha perso credibilità rispetto ad altre fiere internazionali come Francoforte, che è diventata invece prima in Europa nel settore», ha detto Davide La Noce, titolare dell'azienda di accessori in plastica per bagno, cucina e fai da te. «Adesso stiamo valutando se accettare una proposta per partecipare a una fiera in Turchia, porta per il mercato dei Paesi arabi».

Simona Rossi, della Creazioni Beppe & Sandra, azienda di bigiotteria di Grumello del Monte, rileva che «già la gente è poca, mischiare poi grossisti e dettaglianti è sbagliato. Così sono più i clienti che mando via, perché non posso gestire piccoli ordini». Ci sono poi coloro che, pur non ritenendo più fondamentale il Macef, continuano a frequentarlo. Come la Kenty di Bergamo, articoli regalo e per la casa, e la Valsecchi di Pontida. «Siamo in fiera per incontrare la nostra clientela classica», dicono dalla Valsecchi. «Le nostre strategie per aumentare il fatturato passano però per altre vie, come il Salone del Mobile di Milano. Qui presentiamo la nostra linea di alta gamma Valsecchi 1918 con cui pensiamo di presentarci in Russia».

Luca Rota Nodari, della Bagutta di Grassobbio, articoli regalo e per cerimonia, propone: «Sono maturi i tempi per fare una sola edizione. Le fiere costano, anche per i clienti. Meglio condensare». Idea condivisa da Dario Sangalli della SD Laser di Treviglio (oggettistica e complementi d'arredo tagliati al laser). Karin Minoli, della Pavoni Italia di Suisio, rileva però che non soffre solo il Macef: «Siamo stati alla fiera di Parigi e anche lì un calo c'è stato, probabilmente è anche il periodo».

Anche Karoline e Gabriele Massa, specializzati nell'import di design dal nord Europa con la MVH (Bergamo), sono soddisfatti: «Abbiamo presentato la nuova linea di stoviglie EB di Copenaghen e stiamo avendo buoni riscontri». Soddisfatti altri veterani della fiera, come le cererie Bertoncini (Grassobbio) e Pernici (Bergamo) e Natalini Se.A. (Montello) con le sue cornici.

Al Macef per la prima volta la Tartuga di Sovere con le sue poltrone sacco. Per la seconda Diego Morzenti della HFT di Alzano, fatturato 2011 chiuso con un più 7,8%, tornato dopo gli ottimi risultati di settembre: «Ora stiamo presentando la nuova linea statunitense di borse e accessori Anna Griffin e già abbiamo avuto segni di apprezzamento. La qualità paga sempre». Stessa idea di Beatrice Camazzola, anima di Le bouquet di Clusone: «I nostri prodotti di alta artigianalità sono sempre apprezzati e qui al Macef incontriamo clienti, russi e arabi in particolare».

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