Novem, dagli esuberi alla mobilità
E a Bagnatica esplode la rabbia

Tensioni alla Novem di Bagnatica. Nella giornata di giovedì si sono svolte le assemblee dei lavoratori per fare il punto sulla decisione dell'azienda di lasciare a casa 129 lavoratori. Con un altro colpo al cuore: l'apertura della mobilità.

Tensioni e tanta rabbia alla Novem di Bagnatica. Nella giornata di giovedì si sono svolte le assemblee dei lavoratori per fare il punto sulla decisione dell'azienda di lasciare a casa 129 lavoratori. E tra l'assemblea del mattino e quella della sera un fax ha fatto esplodere la tensione: la comunicazione dell'apertura della mobilità per il gruppo di dipendenti solo mercoledì considerati in esubero.

«È un colpo basso: ci avevano promesso una riflessione prima di prendere qualsiasi provvedimento», commentano i sindacati. Non fanno in tempo a comunicarlo, nel secondo round con i lavoratori, che esplode la bagarre. Urla, pianti, tensione altissima, al punto che il sindacato è costretto a interrompere l'incontro.

Da qui la decisione di avviare uno sciopero che è stato avviato nel pomeriggio della durata di otto ore. Sciopero che verrà ripetuto anche venerdì. Tanta l'amarezza, fortissima la preoccupazione, con padri di famiglia e madri, ma anche giovani operai disperati.

Il sindacato attende ora «una convocazione rapida dall'azienda» (la procedura prevede entro 7 giorni l'esame congiunto): al di là della richiesta, scontata, di ritirare la mobilità, Filca e Fillea chiederanno «non la cassa straordinaria, ma il contratto di solidarietà: è l'unico ammortizzatore in grado di pesare meno sulle buste paga». Intanto anche le Istituzioni saranno chiamate in causa: «Questa emergenza chiede, pretende, risposte da tutti».

A rimanere a casa sono 129 persone su 289 dipendenti. La decisione dell'azienda, che si occupa di interni di design per il settore automobilistico, dipende dalla decisione di cessare l'attività su due linee produttive legate alla produzione di interni in radica e in alluminio. Piattaforme che non saranno rimpiazzate. La decisione arriva dopo altri tira e molla da parte dell'azienda, in difficoltà economica già dal 2008 quando si era verificato un drastico calo delle commesse. «La Novem subisce da tempo gli effetti del processo di internazionalizzazione delle produzioni automotive che penalizza tutta la componentistica - aveva spiegato l'azienda stessa quando ha annunciato la brutta notizia -. Si tratta di una evoluzione pluriennale oramai divenuta irreversibile, che impatta su tutti i competitors in eguale misura e che non può trovare soluzione nel breve o nel medio periodo, anzi è destinata ad accentuarsi nei prossimi anni». 

«Tutti gli stabilimenti europei del Gruppo Novem saranno coinvolti da un ampio processo di riorganizzazione con inevitabili conseguenze sull'occupazione - hanno continuato da Bagnatica -. A Bergamo la cessazione della linea di produzione C6 e Rover determinerà nel 2012 la perdita di un volume di produzione di 14 milioni di euro e la perdita di 129 posti di lavoro, tra diretti ed indiretti. Nonostante il gravame di tale operazione il Gruppo Novem intende mantenere la propria presenza industriale nella provincia di Bergamo con il personale addetto alle altre linee ed in aree ridotte. È in corso di predisposizione un piano industriale finalizzato a dare concretezza a questa prospettiva».

«La società sta inoltre predisponendo, unitamente a Confindustria Bergamo, un piano d supporto alla ricollocazione per attenuare l'impatto sociale indotto dalla procedura - continua l'azienda -, auspicando di poterlo realizzare con il concorso delle amministrazioni locali e del quale verrà data a breve illustrazione ai sindacati».

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