Razzie di verdure in aumento
È un segnale della grave crisi

Si stanno moltiplicando gli allarmi degli agricoltori che si trovano a fare i conti con le razzie di verdura coltivata nei campi o nei tunnel. Lo segnala la Coldiretti bergamasca sulla base delle richieste di aiuto dei propri associati, preoccupati per il sensibile aumento dei furti nelle campagne.

Si stanno moltiplicando gli allarmi degli agricoltori che si trovano a fare i conti con le razzie di verdura coltivata nei campi o nei tunnel. Lo segnala la Coldiretti bergamasca sulla base delle richieste di aiuto dei propri associati, preoccupati per il sensibile aumento dei furti nelle campagne.

«Diversi orticoltori - spiega Giuseppe Cavallanti, responsabile della subagenzia Fata della Coldiretti bergamasca - si sono recati presso i nostri uffici per chiedere informazioni circa la possibilità di stipulare una polizza che copra i danni causati dalla sottrazione di grossi quantitativi di zucchine e insalate coltivate sia in pieno campo sia sotto i tunnel, purtroppo però non è prevista un'assicurazione per questo tipo di furto. C'è molta preoccupazione perché se le perdite fino a poco tempo fa erano di lieve entità ora stanno diventando sempre più ingenti».

Sono una decina le aziende orticole, tutte situate nell'hinterland di Bergamo, che nell'ultimo mese sono state prese di mira. Secondo la Coldiretti di Bergamo questo fenomeno è un segno della crisi che oltre a cambiare le priorità di spesa degli italiani purtroppo sta anche spingendo gli «approvvigionamenti» illegali fatti direttamente nei campi, a spese degli agricoltori.

«È allarmante il fatto che la mancanza di cibo sia diventata una triste realtà per molte persone - sottolinea la Coldiretti di Bergamo – ma in questo modo si creano gravi problemi ai produttori che dopo aver sostenuto le spese per coltivare la verdura si ritrovano con il raccolto dimezzato. Le incursioni avvengono solitamente di notte e toccano spesso anche le coltivazioni non ancora pronte per essere consumate, distruggendole e rendendo impossibili nuovi raccolti».

Vista la difficile situazione in cui versano numerose famiglie, la filiera agricola bergamasca si è attivata per dare vita a iniziative di solidarietà, come quella messa in campo dall'ortomercato di Celadina a Bergamo che dal dicembre 2011 regala la merce invenduta, non più commercializzabile ma ottima da consumare, a quattro cooperative di inserimento sociale e comunità di recupero situate in provincia di Bergamo e di Brescia.

In cinque mesi ha donato complessivamente più di 43.000 kg di arance, mandarini, limoni, pompelmi, pere, pomodori, cavolfiori, broccoli, peperoni, coste, zucche, cedri, patate, zucchine, catalogna, lattuga, kiwi, carciofi, melanzane, sedano, cavolo romano, cime di rapa, carote, cipolle.

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