Bergamasca in controtendenza
In calo il numero dei protesti

Il dato necessita ancora di ulteriori «prove sul campo», ma la tendenza è chiara: mentre infatti in molte parti d'Italia cresce il numero di protesti (con il record al Sud, +13,5%), in provincia di Bergamo si registra invece un calo significativo.

Il dato necessita ancora di ulteriori «prove sul campo», ma la tendenza è chiara: mentre infatti in molte parti d'Italia cresce il numero di protesti (con il record al Sud, +13,5%), in provincia di Bergamo si registra invece un calo significativo.

Lo dicono i dati dell'ufficio registro dei protesti della Camera di commercio. Merito forse, o sarebbe meglio dire colpa, del potere d'acquisto evaporato da una crisi che non perdona: così, almeno sotto questo aspetto la frenata dei bergamaschi diventa virtuosa. I dati si fermano al febbraio 2012, ma il parziale degli ultimi 14 mesi dice che il momento più critico per la provincia orobica resta quello tra il gennaio e febbraio 2011, dove complessivamente si sfiorarono i 15 milioni di euro per un totale di 3.500 tra assegni protestati, cambiali, tratte. La comparazione con la somma dei primi due mesi di quest'anno vede un 2012 sicuramente con una minore incidenza critica, con 10 milioni complessivi e 2.800 protesti (-20%).

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