La Bergamasca vuole valorizzare
la risorsa non sfruttata dei boschi

Nonostante un territorio di circa 108.000 ettari di foreste e la presenza di 36 imprese boschive (Bergamo è terza in Lombardia dietro Varese e Brescia) la risorsa boschiva bergamasca è ancora troppo poco valorizzata. È il messaggio lanciato dalle associazioni di categoria.

Nonostante un territorio di circa 108.000 ettari di foreste e la presenza di 36 imprese boschive (Bergamo è terza in Lombardia dietro Varese e Brescia) la risorsa boschiva bergamasca è ancora troppo poco valorizzata. È questo il messaggio lanciato dalle principali associazioni di categoria, da Coldiretti a Confagricoltura, intervenute durante la Fiera di Sant'Alessandro.

La risorsa bosco, in Bergamasca, «necessita di un intelligente e maggior sfruttamento considerato che, ad oggi, soltanto un terzo delle foreste della nostra provincia sono utilizzate - spiega Renato Giavazzi, presidente di Confagricoltura - e i restanti due terzi di territorio boschivo sono, invece, abbandonati o lasciati in una situazione di degrado».

Il mancato sfruttamento fino ad oggi delle foreste indigene si motiva con il fatto che «il nostro bosco non produce un'elevata redditività - evidenzia Aldo Marcassoli, direttore di Confagricoltura Bergamo - trattandosi per lo più di bosco ceduo, spontaneo e costituito da essenze di non particolare pregio che difficilmente possono competere in qualità con quelle presenti in altri territori, come ad esempio quelli del Trentino Alto Adige, per essere poi impiegati nella costruzione di mobili e arredi di pregio».

L'altro aspetto che rende difficile lo sfruttamento della risorsa boschiva orobica «è dato dal fatto che i nostri boschi sono difficilmente accessibili poiché le strade forestali sono poco sviluppate e non permettono una viabilità capillare per il trasporto delle piante - prosegue Marcassoli -: ciò determina che il costo della legna proveniente dalle nostre foreste sia più alto e meno competitivo di quello di altre zone e di quello della legna proveniente dall'estero».

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