A dieci mesi dall'esplosione
riapre i battenti la Cartiera Cama

Alla Cama si riparte. L'aria che si respira è totalmente nuova tra i dipendenti dello storico stabilimento di via delle Rose a Lallio, che proprio lunedì ha riaperto i battenti dopo quasi dieci mesi di fermo. Dieci mesi da quella maledetta notte del 25 novembre.

Alla Cama si riparte. L'aria che si respira è totalmente nuova tra i dipendenti dello storico stabilimento di via delle Rose a Lallio, che proprio lunedì ha riaperto i battenti dopo quasi dieci mesi di fermo. Dieci mesi da quella maledetta notte del 25 novembre, quando alle 4.22 la potente esplosione della caldaia distrusse la fabbrica facendo perdere la vita a Rosario Spampinato, un operaio di turno in fabbrica a quell'ora.

Dieci mesi in cui, nonostante le paure e le polemiche che erano state fatte a suo tempo, si è lavorato alacremente e, ora, tutto è tornato a funzionare perfettamente. Con il ritorno all'operatività è tornata anche la serenità sui volti dei dipendenti della cartiera, che per diverso tempo hanno dovuto fare i conti con una grande incognita: «Riprenderemo a lavorare in cartiera? Quando?».

In tempi record queste preoccupazioni sono sparite e l'ottimismo è diventato protagonista. Tutto è stato rimesso in sicurezza e non mancano le novità. Poco meno di un mese fa sono terminati i lavori di ristrutturazione relativi all'impianto elettrico ed idraulico, sono stati costruiti i diversi capannoni che erano andati distrutti dalla fortissima esplosione: ma la grande novità riguarda la caldaia.

A raccontarlo è il presidente della Cama, Giancarlo Galbiati: «È stata installata una caldaia più semplice che funziona a temperatura più bassa. In questo modo non produrremo più energia elettrica, cosa che invece facevamo prima, e non metteremo più quindi in movimento la centrale termica che si trovava nello stesso locale della caldaia che è esplosa. La nuova caldaia è stata spostata di circa 70 metri e si affaccia non più verso l'abitato, come in precedenza, ma verso la Bas».

E non è tutto. Nei primi giorni di agosto è stata messa in sicurezza anche la ciminiera. Una rete di ferro proteggerà gli ultimi sette metri dei 60 totali. «È stata un'operazione non richiesta da nessuno, ma noi abbiamo voluto ulteriormente cautelare quella zona», commenta Galbiati. Infine, sempre sul fronte delle novità, la Cama grazie ad un'ulteriore certificazione «di integrazione ambientale» (Iso 14001), dovrà attenersi al rispetto di ulteriori e specifici parametri. Un complesso di operazioni che hanno permesso alla cartiera Cama di rimettersi sul mercato, e che hanno richiesto investimenti che oscillano tra i 4 e i 5 milioni di euro.

«Certo, in questi mesi abbiamo prodotto un grande sforzo e, è vero, siamo ripartiti - afferma Galbiati -: ma bisogna tener conto che abbiamo perso il 30% del lavoro. Con la crisi congiunturale in atto alcuni nostri clienti hanno chiuso, altri si sono trasferiti all'estero». «Noi - prosegue ancora Galbiati - faremo di tutto per ritornare alla normalità nel più breve tempo possibile. Tutti si impegneranno al massimo per riconquistare anche i clienti che hanno cambiato rotta».

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