Jannone commenta i risultati:
«manca una strategia di sviluppo»

«La pessima accoglienza riservata dalla Borsa alla quotazione del titolo Ubi attesta ancora una volta la delusione per i dati economici presentati ai mercati. Gli analisti hanno, infatti, rilevato che la massima parte degli utili è generata da operazioni di matrice finanziaria e non dal core business industriale». Lo scrive in un comunicato Giorgio Jannone, presidente dell'associazione Azionisti di Ubi Banca, in relazione ai dati della trimestrale di Ubi resi noti mercoledì mattina.

Sul fronte dei crediti, prosegue Jannone, «si registra ancora una volta un'eccessiva concentrazione degli affidamenti in poche e ben note imprese mentre risultano del tutto insufficienti gli accantonamenti per crediti di dubbia solvibilità, con tutti i rischi conseguenti per i risultati dei prossimi esercizi».

«Mancando una strategia precisa di sviluppo del business - dice tra l'altro Jannone -, l'unica valvola di salvezza appare il contenimento dei costi del personale: nei primi nove mesi del 2012 si è assistito ad un decremento di oltre 300 risorse e al momento esistono fortissime tensioni all'interno dell'Istituto, visti i recenti licenziamenti dei dirigenti e il piano di ulteriore riduzione di dipendenti per oltre 1.500 unità».

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