Ubi, la Cgil: «Nulla è accaduto:
stagione difficile per i lavoratori»

Dopo la firma separata al tavolo della trattativa Ubi «inizia una stagione difficile per i lavoratori che dovranno sopportare dal punto di vista organizzativo l'uscita di 650 colleghi e l'equivalente di 220.000 giornate di lavoro in meno, nella migliore delle ipotesi».

Dopo la firma separata al tavolo della trattativa Ubi «inizia una stagione difficile per i lavoratori che dovranno sopportare dal punto di vista organizzativo l'uscita di 650 colleghi e l'equivalente di 220.000 giornate di lavoro in meno, nella migliore delle ipotesi».

Lo scrive Pierangelo Casanova, componente della segreteria del coordinamento Fisac Cgil del gruppo, sigla sindacale che ha lasciato nella notte il confronto. Hanno invece siglato l'accordo Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Ugl Credito, Uil Ca, Sinfub e Unità sindacale Falcri/Silcea.

«Nella peggiore, invece, quella in cui non si raggiungano i numeri che l'azienda si è prefissata con gli esuberi - aggiunge la Cgil - e la riduzione o sospensione dell'orario di lavoro, i dipendenti Ubi dovranno pagare di tasca propria all'azienda il costo equivalente. L'accordo separato sottoscritto dalle altre organizzazioni contiene una serie di norme e tutele importanti ma in larga parte già definite sul tavolo unitario, oppure già deliberate a luglio dal consiglio di Ubi: parlo della riduzione del numero e dei compensi degli amministratori. Dalla notte di ieri alla firma di oggi non è accaduto nulla che ci abbia fatto cambiare idea: il nodo delle giornate di solidarietà che ci aveva spinto a lasciare il tavolo è ancora tutto lì».

«È una questione - scrive Pierangelo Casanova - estremamente concreta, oltre che di principio: i lavoratori di questo gruppo hanno già pagato. L'impegno inserito nel testo da parte dall'azienda di non toccare i contratti integrativi, poi, resta subordinato al fatto che si raggiungano gli obiettivi di risparmio e che il mercato lo permetta: in questo modo si lascia mano libera all'azienda, mettendo a rischio la tutela dei lavoratori. A nostro avviso, infine, l'impegno ad assumere, dunque a creare nuovi posti di lavoro, è essenziale: su questo punto vorrei far notare che il numero delle persone che l'azienda si impegna ad assumere nel prossimo triennio (cioè 240) è irrilevante rispetto al normale trend di turn over (solo quest'anno, fino a settembre, 96 sono stati i nuovi assunti a tempo indeterminato)».

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