Commercio ancora in flessione
Confesercenti alla mobilitazione

I dati sul commercio al dettaglio, pubblicati dall'Istat, mostrano un ulteriore calo delle vendite a novembre 2012 del -3,1%. Confesercenti Bergamo partecipa lunedì alla giornata di mobilitazione generale indetta da Rete Imprese Italia.

Confesercenti Bergamo parteciperà alla giornata di mobilitazione generale indetta da Rete Imprese Italia per chiedere alla politica di dare risposte urgenti alla crisi. Nel 2012 in Italia ha chiuso circa un'impresa al minuto, la pressione fiscale ha toccato livelli record e i consumi sono crollati, mentre il reddito reale disponibile è tornato ai livelli di 27 anni fa.

«Occorre imprimere - si legge in un comunicato di Confesercenti Bergamo - una svolta in tempi brevi. Il mondo delle imprese farà sentire la sua voce lunedì 28 gennaio: l'evento sarà seguito in collegamento video dalla sede di Bergamo, via Galli. E al termine il presidente Giorgio Ambrosioni farà il punto sulla situazione bergamasca».

Sui consumi ancora in discesa interviene anche Federdistribuzione: in un comunicato chiede più concorrenza nei mercati per dare potere d'acquisto ai consumatori. E aggiunge che senza la liberalizzazione degli orari il calo delle vendite sarebbe stato maggiore.

I dati sul commercio al dettaglio, pubblicati oggi dall'Istat, mostrano - Scrive Federdistribuzione - un ulteriore calo delle vendite a novembre 2012 del -3,1% rispetto a novembre 2011. In flessione sia il non alimentare, che segna un -3,7% nel confronto con lo stesso mese dello scorso anno, che l'alimentare con un -2,0%.

Il dato cumulato dall'inizio dell'anno si porta al -2,0% a livello totale, con l'alimentare a -0,6% e il non alimentare a -2,6%.

“Siamo ormai di fronte a una situazione strutturale di calo dei consumi, confermata dal fatto che, ad eccezione del discount che risulta essere un canale di vendita anticiclico rispetto alla crisi, soffrono tutte le forme distributive – ha commentato Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – Dal 2008 (con la sola eccezione del 2010 con un modesto +0,2%) le vendite al dettaglio sono in calo. Stimando per il 2012 una diminuzione del 2% l'arretramento negli ultimi 5 anni è valutabile nel -5% a valore.

“In questo scenario è importante sostenere e ampliare le politiche volte a introdurre maggiore concorrenza nei mercati, una strada in grado di dare efficienza alle imprese e maggiore potere d'acquisto alle famiglie a vantaggio dei consumi. Un esempio è la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi, un provvedimento in vigore da un anno che non solo consente di  ridistribuire più salario ai dipendenti (le giornate domenicali e festive sono retribuite con una maggiorazione almeno del 30% e godono di una tassazione agevolata) e di assumere giovani e donne con contratti part-time, ma serve anche a sostenere i consumi. Una ricerca condotta da Ispo di Renato Mannheimer rivela infatti che il 62% di chi acquista la domenica sceglie in quel giorno qualche cosa in più rispetto a quello che avrebbe normalmente comprato negli altri giorni. In definitiva, senza la liberalizzazione degli orari, probabilmente il calo delle vendite sarebbe stato anche maggiore”. 

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