Anche al Macef la crisi morde:
i bergamaschi non s'arrendono

La compagine bergamasca degli espositori al Macef regge. Questo è il dato principale che caratterizza lo spaccato orobico della 94ª edizione della fiera dedicata al complemento d'arredo ed oggettistica. Erano 24 nel gennaio 2012 e sono ancora 24.

La compagine bergamasca degli espositori al Macef regge. Questo è il dato principale che caratterizza lo spaccato orobico della 94ª edizione della fiera dedicata al complemento d'arredo ed oggettistica in corso da giovedì presso la fiera di Rho e che domenica 27 gennaio chiude i battenti

Erano 24 nel gennaio 2012 e sono ancora 24 i bergamaschi che hanno deciso di prendere parte al Macef edizione gennaio 2013 insieme ad altri 1.657 espositori provenienti da tutto il mondo. Apparentemente i nostri non hanno contribuito quindi a quel calo di presenze tra gli espositori, segnalato dagli organizzatori della fiera rispetto all'ultima edizione e valutato intorno al 7-8%.

Andando a curiosare tra le pieghe di questo dato, però, la situazione che ne emerge è più complessa di quanto possa apparire a primo acchito.

Hanno infatti retto all'impatto della crisi molti dei nostri espositori storici, presenti in fiera da oltre 30 anni, ma alcuni «veterani» hanno deciso di non partecipare. Chi ha scelto la via di Parigi per aderire al Maison et Objet, esponendo alla fiera rivale diretta del Macef; chi, invece, ha avuto problemi durante questo durissimo anno ed ha deciso di recedere.

Al loro posto, però, sono arrivate giovani realtà imprenditoriali, piccole ma con idee chiare e proposte concrete come la Logis di Matteo Redaelli, con le sue librerie e mobili modulari, la Tartuga di Sovere e la nota Catellani & Smith, per la prima volta al Macef, insieme ad alcuni rientri di aziende prestigiose che al Macef non si vedevano da parecchio.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 27 gennaio

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